Il dado è tratto, ed ormai ne dobbiamo pagare le conseguenze. Come hanno dimostrato un gruppo di scienziati che ha pubblicato un recente articolo su Nature, l’innalzamento del livello dei mari non può essere più fermato. Il fenomeno secondo il quale nei prossimi decenni il livello degli oceani salirà sempre più alto ha superato il punto di non ritorno e al massimo può essere rallentato, ma non si potrà più riuscire a fermarlo.
Attualmente si calcola che circa una persona su 10 viva in un luogo al di sotto del livello del mare o allo stesso livello. Zone pianeggianti che potrebbero risentire dell’innalzamento di qualche centimetro o di pochi metri a livello catastrofico. Gerald A. Meehl e i colleghi degli istituti di ricerca di Melbourne e Princeton hanno calcolato che nella migliore delle ipotesi, cioè quella di una drastica riduzione nell’utilizzo dei combustibili fossili e delle emissioni di gas serra, la temperatura globale potrebbe oscillare tra i 2 ed i 3 gradi sopra il livello precedente alla Rivoluzione Industriale. Questo porterebbe ad un processo di riscaldamento degli oceani e scioglimento dei ghiacciai che renderebbero evidente l’innalzamento del livello dei mari soltanto tra alcuni secoli.
Il discorso infatti non gira più intorno al “se” ma al “quando”. L’innalzamento è inevitabile, resta da capire quando avverrà. Dunque gli effetti sulla normale vita di tutti i giorni li potranno vedere i nostri nipoti nello scenario peggiore, o i nostri bis-bis nipoti nel migliore. Secondo le loro previsioni l’aumento di temperatura al 2100 si dovrebbe attestare sui 4 gradi circa che per molti scienziati significano anche 3 metri di innalzamento dei mari. Uno scenario catastrofico che farebbe affondare diverse città costiere in tutto il mondo come New York o Venezia. Ma l’incremento potrebbe arrivare fino ad 8 gradi nel 2300, e a quel punto gli scenari sarebbero davvero incalcolabili.
[Fonte: Nature]
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