Una tecnologia che converte lo scarto del riso in elettricità sta guadagnando terreno a Bihar (India). Circa 100.000 nuclei familiari nello Stato già la usano per produrre elettricità dalla biomassa. Secondo una stima, il 44% della popolazione indiana vive ancora senza energia elettrica, e così questa tecnologia di nuova generazione basata sulla biomassa diventa indispensabile per la gente “affamata” di energia come quella di Bihar.
Anche se questa tecnologia è in uso da 50 anni in India, l’Husk Power Systems (HPS), una società di elettrificazione rurale, l’ha modificata per abbassare i prezzi e renderla accessibile a tutti. Oggi, le forniture HPS alimentano 50 villaggi nello Stato. Ogni villaggio ha una popolazione compresa tra 2.000 e 4.000 persone. Entro il 2012, l’HPS pianifica di coprire 2.000 villaggi.
Lo scarto del riso, proveniente dalla buccia, quando viene riscaldato, rilascia un gas che l’HPS utilizza per alimentare dei motori diesel per la generazione di energia elettrica.
Riscaldiamo la buccia del riso ad un punto in cui si trasforma in gas che alimenta un motore
ha dichiarato Chip Ransler, Chief Strategy Officer dell’HPS. L’alimentazione è fornita attraverso una griglia elettrica. La buccia del riso viene venduta dagli agricoltori e proprietari di mulini, e per ogni impianto di gassificazione della biomassa è gestita da meccanici addestrati.
Circa 1,5 kg di buccia di riso produce 1 kWh (chilowattora) di elettricità. L’elettricità è generata mediante un alternatore ed inviata in tre fasi a 220 volt. Abbiamo istituito griglie che sono particolarmente adatte in base alle dimensioni dei villaggi. L’installazione è completamente decentrata. Non riveliamo il prezzo, ma gli abitanti dei villaggi risparmiano il 50% di quello che stavano spendendo con il kerosene e il gasolio
ha conculso Ransler. Simon Desjardins, un analista della Shell Foundation, una Ong con sede in Gran Bretagna, la quale fornisce un aiuto finanziario e tecnico all’HPS, ha detto che la carenza di energia elettrica può direttamente ostacolare lo sviluppo economico di un villaggio, a parte l’inquinamento ambientale causato dall’uso di gasolio e cherosene. L’HPS ha inizialmente fornito energia elettrica a 15 villaggi con il sostegno della Fondazione Shell. Ora ha 10 centrali a biomassa, con capacità che vanno da 35 a 100 KW. Ma ha anche creato posti di lavoro per la gente del luogo.
Gli impianti di gassificazione della biomassa sono eco-compatibili e possono sostituire il diesel e kerosene con la biomassa a zero emissioni di carbonio. Ransler ha aggiunto che ogni impianto HPS compensa circa 80-100 tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno.
Fonte: [Economic Times]