Un nuovo incidente nel Golfo del Messico su di una piattaforma petrolifera al largo della Louisiana: 2 morti, 11 feriti e 2 persone disperse. Dei feriti almeno quattro sono in condizioni gravi.
Si è verificato nel Golfo del Messico, a circa 30 km al largo delle coste della Louisiana, un nuovo grave incidente su di una piattaforma petrolifera di proprietà della Black Elk Energy, società statunitense con base a Houston, nel Texas. A quanto sembra l’incidente avrebbe avuto origine da un errore da parte degli operai (o dei responsabili della piattaforma) che avrebbero tentato di tagliare con una fiamma ossidrica un tubo che al suo interno conteneva del petrolio: il risultato, come si può immaginare, è stata un’esplosione e quindi un incendio. Molto pesante il bilancio provvisorio della sciagura: 2 morti, 11 feriti di cui almeno 4 in gravi condizioni e ancora 2 persone disperse.
Per quanto concerne la possibilità di un disastro ambientale, questa sembrerebbe scongiurata, dato che la piattaforma petrolifera non ha riportato, secondo le autorità, danni rilevanti. Certo un altro incidente su cui tuttavia occorre riflettere. I dubbi sulla sicurezza delle piattaforme petrolifere permangono, inevitabilmente: poco dopo la notizia della mega sanzione alla British Petroleum per il disastro della Deepwater Horizon, sempre nel Golfo del Messico, ecco un nuovo incidente con morti, feriti, dispersi e gravi rischi di sversamento di petrolio nelle acque. Si pensi che la società proprietaria della piattaforma su cui si è verificato l’incidente, la Black Elk Energy texana, aveva annunciato non molto tempo fa l’inizio dei lavori di trivellazione per 23 nuovi pozzi nel Golfo del Messico.
Non si può che continuare a guardare con apprensione alle attività di trivellazione negli Stati Uniti e non solo, che con quest’ultimo incidente petrolifero confermano che la possibilità di disastri ambientali, quando si parla di queste piattaforme, è sempre dietro l’angolo.
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