Le celle solari potrebbero presto essere prodotte più a buon mercato con “inchiostri” a nanoparticelle che permettono di essere stampate come un giornale o un dipinto sulle facciate di edifici o sui tetti per assorbire la luce del sole producendo elettricità. Brian Korgel, ingegnere chimico dell’Università del Texas a Austin, spera di ridurre i costi fino ad un decimo del loro prezzo corrente sostituendo il processo di produzione standard per le celle solari (deposizione in fase di gas in una camera a vuoto, che richiede alte temperature ed è relativamente costosa).
Questo è in sostanza ciò che è necessario per rendere la tecnologia delle celle solari e fotovoltaiche ampiamente adottate. Il sole fornisce una risorsa pressoché illimitata di energia, ma la tecnologia esistente per la raccolta dell’energia solare è proibitiva e non può competere con i combustibili fossili
ha spiegato il ricercatore. Negli ultimi due anni, Korgel e il suo team hanno lavorato su questa soluzione a basso costo dei nanomateriali per il fotovoltaico. Korgel sta collaborando con i docenti Al Bard e Paul Barbara, entrambi del Dipartimento di Chimica e Biochimica, e il professor Ananth Dodabalapur dell’Electrical and Computer Engineering Department. Essi hanno di recente pubblicato la loro idea sul Journal of the American Chemical Society.
Gli inchiostri possono essere stampati su un roll-to-roll su un substrato di plastica o acciaio inox. La finalità è di essere in grado di dipingere gli inchiostri “su un tetto o un edificio”. Spiega Korgel che basterebbe dipingere un materiale che assorbe la luce in pochi strati. Lo stesso principio delle vernici solari allo studio in questi anni. Korgel utilizza l’assorbimento della luce con nanomateriali, che sono 10.000 volte più sottili di un capello, perché le loro dimensioni microscopiche permettono nuove proprietà fisiche che possono aiutare a consentire una maggiore efficienza dei dispositivi.
Nel 2002 l’ingegnere ha co-fondato una società denominata Innovalight, con sede in California, che produce inchiostri utilizzando come base il silicio. Questa volta, Korgel e il suo team stanno utilizzando seleniuro di rame, indio, gallio o CIGS, che è più economico e favorevole in termini di impatto ambientale.
Il CIGS ha alcuni vantaggi potenziali rispetto al silicio. E’ un semiconduttore diretto, il che significa che ha bisogno di molto meno materiale per fare una cella solare, e questo è uno dei maggiori vantaggi possibili.
Il suo team ha sviluppato prototipi di celle solari con rendimenti dell’1%, tuttavia, mentre l’obiettivo attuale è di portarlo a circa il 10%. Arrivato a tale rendimento, il materiale sarebbe commercializzabile, e per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di ulteriori studi per 3-5 anni. Gli inchiostri, che sono semi-trasparenti, potrebbero contribuire a realizzare la prospettiva di avere finestre che fungono anche da celle solari.
Fonte: [Sciencedaily]