I Comuni non incentivano i propri cittadini a viaggiare con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi? Vediamo se cambiano idea con un sistema di incentivi. Avranno pensato questo le 150 associazioni ambientaliste e di cittadini che si sono unite ed hanno avviato ieri l’iter per la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare che preveda degli incentivi a lasciare a casa l’auto e passare ad una mobilità più sostenibile.
La legge verrà presentata il 4 maggio prossimo in occasione della manifestazione organizzata a Milano dalle associazioni che si sono unite sotto il nome unico di “Rete della mobilità nuova”, e servirà per ingolosire i Comuni proprio lì dove hanno più bisogno, ovvero il bilancio. Secondo la legge infatti, entro 2 anni dall’entrata in vigore se un Comune garantirà il sorpasso delle biciclette, mezzi pubblici e spostamenti a piedi nei confronti di auto e moto (50,1% contro il 49,9%), all’amministrazione verrà garantito un bonus. Dopo il secondo anno la percentuale di utilizzo dei mezzi a motore dovrà scendere al 47,5% e dopo 5 anni al 40%.
Un’impresa difficile ma non impossibile se pensiamo che lo scorso anno le biciclette in Italia hanno venduto più delle auto. Certo, il punto di partenza però è duro da scalfire: 70% auto e moto, 30% altri mezzi. Un primato europeo che ci portiamo dietro da anni, quello dell’auto pro-capite, di cui ne risentiamo in fatto di inquinamento e scarsa qualità della vita.
La velocità media nei maggiori centri urbani italiani resta quella di fine Settecento: oscilla intorno ai 15 chilometri all’ora e scende fino a 7-8 chilometri nelle ore di punta. L’idea delle quote obbligatorie di trasporto pubblico nasce dal fatto che questa situazione è bloccata da anni. La media è settanta per cento di spostamenti in auto e moto, ma a Bergamo si supera il 90 per cento e a Reggio Calabria e a Bari l’80 per cento
spiega Alberto Fiorillo, responsabile del settore urbano di Legambiente. La speranza è che con questa nuova legge anche se i problemi non si risolveranno, almeno possano essere meno gravi.
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