Inceneritore
Gli inceneritori sono impianti per lo smaltimento dei rifiuti attraverso un processo di combustione ad alta temperatura, l’incenerimento, appunto. I rifiuti vengono così ridotti in effluenti gassosi, polveri e ceneri, ma anche usati per produrre energia elettrica, ottenuta dal vapore sprigionato durante la combustione o teleriscaldamento. In tal caso gli impianti sono detti inceneritori con recupero energetico, o termovalorizzatori.
I rifiuti che vengono smaltiti mediante inceneritore sono principalmente quelli che finiscono in discarica poiché non riciclabili: i RSU (Rifiuti Solidi Urbani), i rifiuti speciali ed in alcuni casi anche i fanghi di depurazione, i rifiuti dell’industria chimica ed i rifiuti medici. Prima di essere inceneriti, i rifiuti vengono sottoposti a trattamenti per eliminare i materiali non combustibili, come metalli, vetro e inerti, e la frazione umida, ossia la materia organica e gli scarti alimentari, agricoli. I rifiuti trattati sono detti CDR, combustibile derivato dai rifiuti, o ecoballe.
In Europa sono in funzione oltre 354 inceneritori, distribuiti in 18 Paesi. Lo Stato che fa maggiormente uso di questo processo di smaltimento dei rifiuti con recupero di energia, è la Svizzera, dove il 100% dei rifiuti viene incenerito, seguono la Danimarca (circa 50%) e la Svezia (45%). In alcuni contesti i termovalorizzatori sono inseriti all’interno dei centri urbani. Questo è il caso di Vienna, Parigi, Londra e Copenaghen. In Italia vi sono 51 impianti concentrati nel Nord del Paese che permettono di smaltire il 12% circa dei RSU. Le perplessità sugli effetti delle emissioni e l’opposizione dei cittadini rende questa modalità di smaltimento dei rifiuti secondaria rispetto alla discarica. Nella provincia di Brescia si trova l’inceneritore con recupero di energia più grande d’Europa e anche l’impianto più controverso: se l’Unione europea lo ha condannato per la violazione del CIP 6, l’associazione mondiale di tecnici, scienziati ed industrie (WTERT, Waste-to-Energy Research and Technology Council) lo ha proclamato il miglior impianto del mondo.
Vi sono più tipologie di inceneritori, quelli più diffusi in Europa sono i termovalorizzatori a griglie, il cui funzionamento si avvale di sette fasi principali:
- Arrivo dei rifiuti e conservazione in un’area specifica dell’impianto dotata di sistemi di aspirazione dei cattivi odori. Un carroponte deposita i rifiuti nel forno attraverso una tramoggia;
- Combustione su griglie mobili. La temperatura viene tenuta costantemente attorno ai 1.000 °C mediante una corrente d’aria forzata e dal gas metano. L’incenerimento dei rifiuti avviene in una prima camera di combustione e poi in una seconda camera per completare l’incenerimento dei fumi nel rispetto della normativa vigente;
- Produzione del vapore surriscaldato;
- Produzione di energia elettrica. Una turbina attivata dal vapore generato mette in funzione un motoriduttore ed un alternatore che trasformano l’energia termica in energia elettrica;
- Estrazione delle ceneri, raccolte in una vasca piena d’acqua e raffreddate. Pronte per essere smaltite in discariche speciali.
- Trattamento dei fumi, che corrispondono a circa il 140-150% in peso dei rifiuti in ingresso. I fumi vengono filtrati per abbattere il contenuto di agenti inquinanti e poi rilasciati in atmosfera;
- Inertizzazione delle ceneri. Le ceneri volanti vengono mescolate con cemento ed acqua e trasformate in materiale solido inerte, smaltito poi in discarica.
Per quanto riguarda le emissioni inquinanti prodotte dalla combustioni dei rifiuti, non vi sono limiti di concentrazione stabili da adottare, essi vengono costantemente aggiornati in base alle migliori tecnologie disponibili (BAT, Best Available Technology). Molto spesso tali limiti sono richiesti solo per i nuovi impianti, per cui ai vecchi inceneritori vengono concesse lunghe deroghe. La legge inoltre stabilisce i limiti al metro cubo e non all’emissione totale. In sostanza più rifiuti vengono inceneriti, e più si superano i limiti delle emissioni di diossina e di agenti inquinanti, ma si rimane comunque nei parametri di legge. Gli studi e le ricerche compiute finora sugli effetti sulla salute sono tra loro discordanti e controversi, anche se si può affermare che gli inceneritori sono dannosi per l’uomo e l’ambiente perché è stato accertato che la diossina e il furano sono tossici, cancerogeni e mutageni per l’organismo umano.
Per approfondire:
- Inceneritori in Italia, la soluzione del governo
- Inceneritore di Brescia
- Emergenza rifiuti in Campania, il primo termovalorizzatore di Acerra
- Produzione di energia dai rifiuti in Spagna
- Smaltimento dei rifiuti in Giappone
[Fonti: Wikipedia; Meetup]
[Foto: legalitaebenessere; beppegrillo.meetup; wikipedia]
alberto 3 Novembre 2010 il 6:55 pm
aggiungi questa come Approfondimento
http://www.stefanomontanari.net/sito/
———————————————————————
non e’ un po contraddittoria questa frase ?
“non si può affermare che gli inceneritori sono dannosi per l’uomo e l’ambiente anche se è stato accertato che la diossina e il furano sono tossici, cancerogeni e mutageni per l’organismo umano.”
se gli inceneritori producono diossina e furano mi sembra matematico che siano dannosi no ? o mi sono perso qualcosa . .
Mods 3 Novembre 2010 il 8:56 pm
Lo trovo un articolo assai superficiale e privo di informazioni essenziali, (ti do del tu), come puoi sostenere che non si ha alcuna certezza sui danni provocati alla salute da questi impiani quando un intero ordine nazionale dei medici (quello francese) e regionale quello dell’E.Romagna hanno affermato l’assoluta pericolosità di suddetti impianti.
Per maggiori info a riguardo ti consigli di visitare il sito: http://www.stefanomontanari.net/
e apportare le dovute correzoini.
P.s: Lo sai che la società che ha costruito l’incenritore di BS è la stessa che assegna il premio di cui parli! Ma per me c’è un leggerissimo conflitto di interessi! Cosa ne pensi?
Ciao e buona serata!
Paola Pagliaro 3 Novembre 2010 il 11:06 pm
Ciao Mods,
nell’articolo si parla di “studi e ricerche compiute finora sugli effetti sulla salute tra loro discordanti e controverse”, non si afferma con certezza che non hanno ripercussioni sulla salute. Tutt’altro visto che poi aggiunge:” e è stato accertato che la diossina e il furano sono tossici, cancerogeni e mutageni per l’organismo umano”
E anche l’impianto di cui parli viene definito nel nostro post “l’impianto più controverso: se l’Unione europea lo ha condannato per la violazione del CIP 6, l’associazione mondiale di tecnici, scienziati ed industrie (WTERT, Waste-to-Energy Research and Technology Council) lo ha proclamato il miglior impianto del mondo”.
A me sembra un post abbastanza equilibrato e puntuale, pertanto saremo felici di visitare l’autorevole sito citato, ma sentiamo di non dover apportare alcuna correzione.
Buona serata 🙂
Paola
Paola Pagliaro 3 Novembre 2010 il 11:32 pm
“Uno studio effettuato in Gran Bretagna, con lo scopo di valutare l’incidenza di varie tipologie di cancro in una popolazione che vive in prossimità di impianti di incenerimento, ha evidenziato che il rischio aggiuntivo di contrarre il cancro dovuto alla vicinanza degli inceneritori è estremamente basso. Sempre lo stesso studio rileva che un moderno inceneritore influisce sull’assorbimento umano medio di diossina in percentuale inferiore all’1% dell’assorbimento totale derivato dall’insieme delle emissioni ambientali”.
Premesso che non stiamo affatto “dalla parte” degli inceneritori 🙂 è un po’ come la storia dei cellulari che fanno venire il tumore al cervello… finché ci saranno ricerche discordanti che provano l’una il contrario dell’altra non si può affermare con certezza che siano nocivi, anche se è ovvio che l’alta percentuale di tumori è una prova abbastanza evidente…
Marco Maraviglia 4 Novembre 2010 il 8:16 am
Perdonatemi, ma vi occupate di ecologia e non approfondite un tema così attuale?
In questo pezzo non si parla di nanoparticelle sprigionate dai fumi degli inceneritori che attraversano la pelle degli individui per fare danni all’organismo (tumori).
E non parlate di Vasche di compostaggio e nemmeno di Trattamento Meccanico Biologico o ArrowBio, per il riciclo dei rifiuti.
Un pezzo del genere sembra scritto “su commissione”… perderete credibilità se non lo approfondite.
Grazie.
ernesto brando 4 Novembre 2010 il 9:10 am
gli inceneritori producono, da 100 tonnellate di rifiuto, circa 25-30 tonnellate di ceneri, polveri e fanghi, buona parte dei quali sono tossici (codici CER 19.01.11*; 19.01.13*). questi poi vanno trattati con cautela per inertizzarli. la restante massa “scomparsa” in realtà si diffonde nell’ambiente (“nulla si crea o distrugge, tutto si trasforma”, è alla base della scienza moderna!)
altri sistemi invece permettono un recupero elevatissimo di materia:
tra questi spicca l’italianissima Vedelago che riesce a recuperare fino al 98% dalla parte secca del “rifiuto” (l’umido va trattato, con terra, carta e vegetali secchi [leggasi compostaggio], creando ottimo fertilizzante naturale).
Il metodo Vedelago viene usato a Treviso, Bolzano, a Colleferro per l’area romana: recenti accordi lo vedranno attivo in mezza Sardegna e da pochi giorni anche in provincia di Benevento.
Metodo analogo è in uso per l’intero Stato della California che conta così di raggiungere il “rifiuto zero” da subito.
Tutte le recenti proteste nell’area napoletana, per la cronaca, vedono i manifestanti chiedere a gran voce proprio il passaggio a questo metodo. Richiesta inascoltata e che trova risposta solo nei manganelli e nella disinformazione dei media…
un altro metodo, che non avete segnalato, è Arrowbio. Qui la selezione dei materiali avviene dal “tal quale” e in modo automatico. al posto del compostaggio aerobico (che produce compost di qualità) c’è un processo anaerobico (che produce biogas e quindi elettricità più un compost di minore qualità) e prevede dei fanghi finali che, sebbene non tossici, vanno trattati e recuperati anch’essi. l’intera discarica di Tel Aviv, un’intera collina, è stata trattata e fatta scomparire con questo metodo.
i risultati, per qualità e percentuali di materia recuperata, sono inferiori a Vedelago, ma comunque ben più elevati e “ecologici” dell’incenerimento.
questo esiste GIÀ OGGI, anzi GIÀ IERI, se non fosse che i CIP6 rendono tanto da influenzare le scelte politiche italiane).
invito, pertanto, un sito che tratta di “ecologia” a proporre con maggiore puntualità le soluzioni esistenti, e non solo quelle “sponsorizzate” dalle grandi lobbies.
cordiali saluti (da Napoli)
PS: confermo che il premio dato a brescia veda WTERT e dirigenza dell’inceneritore nella stessa persona! anch’io posso premiarmi come uomo più intelligente del mondo, ma non avrebbe molto valore, non credete?
alberto 4 Novembre 2010 il 9:29 am
@paola
se consulterà il sito del sig. Montanari e leggerà qualche suo libro ( ma non e’ indispensabile ) vedrà come in italia studi e ricerche sugli effetti degli inceneritori sono pressochè nulli e quel poco che si e’ riuscito a fare e’ tutt’altro che rassicurante. Certo questi risultati non sono molto conosciuti come magari lo studio fatto in inghilterra che lei cita e di cui sarei interessato avere maggiori informazioni a riguardo.
grazie
Paola Pagliaro 4 Novembre 2010 il 11:17 am
Lo consulterò senz’altro Alberto. Il nostro post non parlava nello specifico degli effetti sulla salute, anche se mi rendo conto che trattandosi di inceneritori non evidenziare a sufficienza l’aspetto delle conseguenze sulla salute pubblica poteva andare incontro a fraintendimenti come è stato. Ma non parteggiamo affatto per gli inceneritori, come potremmo? Comunque riguardo allo studio di cui mi chiedi
http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorHPA.pdf.
Saluti
sbadituf 4 Novembre 2010 il 9:33 am
Questo articolo è vergognoso. Nelle vergogne nazionali della disinformazione di massa lo metto al terzo posto dopo
1) “L’inceneritore è a rischio zero” detto da Umberto Veronesi in diretta nazionale primetime a “Che tempo che fa”;
2) il settore dedicato ai bambini del Museo della Scienza di Milano, dove dei pannelli colorati mostrano con tanto di filastrocca quanto sia bello l’inceneritore che ci porta il calduccio nelle case.
Quindi è un terzo posto di tutto rilievo.
A beneficio e istruzione dell’autore dell’articolo, cui evidentemente manca una conoscenza di fondo delle leggi della fisica, ne cito una in particolare, nota sin dal lontano Settecento e propinata a tutti gli scolari almeno dalle scuole medie: “NULLA SI CREA E NULLA I DISTRUGGE, MA TUTTO SI TRASFORMA”. Trattasi del 2° principio della Termodinamica.
Alla luce di ciò, senza nemmeno andare a scomodare fatti di grande evidenza come il fatto che un inceneritore costa 100 volte più di un impianto per il riciclo totale della materia e che inquina 100.000 volte di più; inoltre, quanto serve per incenerire la materia aumenta del doppio la massa che esce dai camini; senza contare che “TERMOVALORIZZATORE” è un termine che la Comunità Europea ha definito mistificatorio multando l’Italia;
al di là di tutto ciò, basta il 2° principio della Termodinamica per dimostrare scientificamente che l’incenerimento è un’idiozia e che qualunque cosa venga bruciata invece che riciclata (ormai la tecnologia consente di riciclare il 99% della materia e il restante 1% può essere ridotto a materiale inerte) non si elimina affatto, ma anzi si trasforma in qualcosa di più dannoso e nocivo per la salute umana e per l’ambiente.
sbadituf 4 Novembre 2010 il 9:46 am
Questo articolo è vergognoso. Nelle vergogne nazionali della disinformazione di massa lo metto al terzo posto dopo:
1) “L’inceneritore è a rischio zero” detto da Umberto Veronesi in diretta nazionale primetime a “Che tempo che fa”;
2) il settore dedicato ai bambini del Museo della Scienza di Milano, dove dei pannelli colorati mostrano con tanto di filastrocca quanto sia bello l’inceneritore che “ci porta il calduccio nelle case”. Mussoliniano.
Quindi è un terzo posto di tutto rilievo.
A beneficio e istruzione dell’autore dell’articolo, cui evidentemente manca una conoscenza di fondo delle leggi della fisica, ne cito una in particolare, nota sin dal lontano Settecento e propinata a tutti gli scolari almeno dalle scuole medie: “NULLA SI CREA E NULLA I DISTRUGGE, MA TUTTO SI TRASFORMA”. Trattasi del 2° principio della Termodinamica.
Alla luce di ciò, senza nemmeno andare a scomodare fatti di grande evidenza come il fatto che un inceneritore costa 100 volte più di un impianto per il riciclo totale della materia e che inquina 100.000 volte di più; inoltre, quanto serve per incenerire la materia aumenta del doppio la massa che esce dai camini; senza contare che “TERMOVALORIZZATORE” è un termine che la Comunità Europea ha definito mistificatorio multando l’Italia;
al di là di tutto ciò, basta il 2° principio della Termodinamica per dimostrare scientificamente che l’incenerimento è un’idiozia e che qualunque cosa venga bruciata invece che riciclata (ormai la tecnologia consente di riciclare il 99% della materia e il restante 1% può essere ridotto a materiale inerte) non si elimina affatto, ma anzi si trasforma in qualcosa di più dannoso e nocivo per la salute umana e per l’ambiente.
Paola Pagliaro 4 Novembre 2010 il 9:52 am
Caro Marco, su commissione di chi? Ti assicuro che qui non arrivano le influenze politiche che soffiano con prepotenza sulla carta stampata…e a dire il vero non arrivano influenze di alcun genere!
Questo non aveva la pretesa di essere un pezzo esaustivo su un tema che già trattiamo spesso bensì una scheda riassuntiva rivolta soprattutto ai non addetti ai lavori, tanto da essere inserita in un eco-glossario, i “termini dell’ecologia”: si tratta di schede sintetiche, non di approfondimenti… anche perché l’esaustività su un tema del genere richiederebbe davvero centinaia di pagine…e lo testimoniano i siti dedicati solo a questo argomento.
Caro Ernesto, grazie per le puntualizzazioni ma la nostra autrice ha sottolineato che quell’impianto è controverso e che l’UE lo ha condannato per violazione del CIP6 quindi a me non sembra ne abbia parlato in toni così rosei da sembrare “pagata”: “la diossina e il furano sono tossici, cancerogeni e mutageni per l’organismo umano”. A meno che queste lobbies di cui parli e che non abbiamo la fortuna/sfortuna di conoscere paghino davvero poco 🙂
Sulla commissione del premio, ci è sfuggita quest’informazione ma ti assicuro che non era affatto voluto o dettato da chissà quali logiche di compravendita!
Vi ringrazio comunque per i vostri spunti all’approfondimento ed (Ernesto) per la tua preziosa testimonianza. Dedicheremo sicuramente dei post più approfonditi al rapporto inceneritori/tumori nella categoria malattie e salute.
Grazie per l’intervento.
Paola
sbadituf 4 Novembre 2010 il 10:20 am
è la terza volta che provo a postare, ma evidentemente i comemnti sono stati bloccati, visto che vi siete accorti di quanto la gente sia più informata di voi….
Questo articolo è vergognoso. Nelle vergogne nazionali della disinformazione di massa lo metto al terzo posto dopo:
1) “L’inceneritore è a rischio zero” detto da Umberto Veronesi in diretta nazionale primetime a “Che tempo che fa”;
2) il settore dedicato ai bambini del Museo della Scienza di Milano, dove dei pannelli colorati mostrano con tanto di filastrocca quanto sia bello l’inceneritore che ci porta il calduccio nelle case. Mussoliniano.
Quindi è un terzo posto di tutto rilievo.
A beneficio e istruzione dell’autore dell’articolo, cui evidentemente manca una conoscenza di fondo delle leggi della fisica, ne cito una in particolare, nota sin dal lontano Settecento e propinata a tutti gli scolari almeno dalle scuole medie: “NULLA SI CREA E NULLA I DISTRUGGE, MA TUTTO SI TRASFORMA”. Trattasi del 2° principio della Termodinamica.
Alla luce di ciò, senza nemmeno andare a scomodare fatti di grande evidenza come il fatto che un inceneritore costa 100 volte più di un impianto per il riciclo totale della materia e che inquina 100.000 volte di più; inoltre, quanto serve per incenerire la materia aumenta del doppio la massa che esce dai camini; senza contare che “TERMOVALORIZZATORE” è un termine che la Comunità Europea ha definito mistificatorio multando l’Italia;
al di là di tutto ciò, basta il 2° principio della Termodinamica per dimostrare scientificamente che l’incenerimento è un’idiozia e che qualunque cosa venga bruciata invece che riciclata (ormai la tecnologia consente di riciclare il 99% della materia e il restante 1% può essere ridotto a materiale inerte) non si elimina affatto, ma anzi si trasforma in qualcosa di più dannoso e nocivo per la salute umana e per l’ambiente.
Paola Pagliaro 4 Novembre 2010 il 10:56 am
Caro Sbadituf
i tuoi commenti sono stati pubblicati, tutti e tre, subito. Qui non c’è censura di alcun tipo e se qualcuno è più informato di noi sull’argomento, ben vengano i suoi commenti come arricchimento. Non ci fanno paura le persone colte. E siamo sempre aperti al dialogo. Per quanto riguarda Veronesi, beh, se ti fai un giro su questo sito puoi capire che non parteggiamo proprio per lui! Tutt’altro. E non mi pare che ci sia scritto che l’inceneritore è a rischio zero.
Poi se la frase “è stato accertato che la diossina e il furano sono tossici, cancerogeni e mutageni per l’organismo umano” e “impianto di Brescia è controverso e l’UE lo ha condannato per violazione del CIP6 ” vi sembrano frasi a favore degli inceneritori tanto da definire l’articolo “vergognoso” ed alla stregua di “l’inceneritore è a rischio zero”… accettiamo la critica. Noi non abbiamo centri oncologici in cui curare i tumori, quindi non avremmo il minimo interesse a raccontare filastrocche sugli inceneritori! Spero di aver chiarito almeno questo punto.
sbadituf 4 Novembre 2010 il 11:51 am
@ Paola Pagliaro:
il mio commento era unico, ma ripubblicato 3 volte perché non appariva nemmeno dopo qualche minuto, evidentemente per disguido tecnico del sito. Per questo ho pensato, a torto evidentemente, che fossero stati interdetti ulteriori commenti dopo quello di Ernesto Brando.
RIsolta la questione, torniamo all’articolo in sé. Le informazioni in esso contenute sono molto parziali e per questo pericolose. Non quanto Veronesi-rischio zero o il Museo-filastrocca, e infatti siete finiti al 3° posto e non al 1° o al 2° della classifica delle panzane sull’incenerimento.
Dire che un inceneritore produce energia elettrica, ad esempio, laddove l’energia che viene impiegata per mandarlo in funzione è di molto superiore sia quantitativamente che qualitativamente (l’energia prodotta è di scarsa qualità) non è un’informazione imparziale, e per quanto si possa essere in buona fede, sarebbe necessario informarsi meglio prima di scrivere di un argomento così delicato: non stiamo parlando della disputa tra i Beatles e i Rolling Stones, qua si tratta di vita o di morte, prima nostra e poi del pianeta;
altro esempio: scrivere “i rifiuti che vengono smaltiti mediante inceneritore sono principalmente quelli che finiscono in discarica poiché non riciclabili” è una bugia fatta e finita. TUTTI I RIFIUTI SONO RICICLABILI. La tecnologia attualmente esistente, tuttora in fase di ulteriore miglioramento, consente il riciclo del 99% della materia. E capirai bene che se in inceneritore ci dovesse andare l’1%, non avrebbe senso costruirlo, visto che costa 500 milioni di euro (un impianto per il trattamento a freddo dei rifiuti ne costa 10…).
Inoltre, chi loda l’inceneritore di Brescia nella veste di supervisore internazionale è in realtà coincidente con il costruttore dell’impianto, nonché sovvenzionatore dell’istituto di Veronesi a Milano… ma questo credo sia già stato fatto notare da qualcuno nei commenti precedenti.
Andrebbe anche specificato che la popolazione di Brescia. come quella di Vienna (lì in particolare l’architetto costruttore dell’inceneritore è diventato una specie di nemico pubblico), non scoppia nè di gioia nè di salute per l’inceneritore, e che tutti gli allevamenti di bovini della zona sono stati chiusi per diossina.
Altra cosa: non è stato specificato QUANDO sono stati costruiti gli impianti di incenerimento rifiuti in Europa. Informazione affatto secondaria, in quanto la costruzione risale a oltre 40 anni fa e al momento attuale, l’andamento generale è quello della dismissione a favore del trattamento a freddo dei rifiuti.
Queste sono le informazioni mancanti che fanno dell’articolo una mina vagante dell’informazione parziale e di parte.
E consideri che io, come le persone intervenute fin ora, non sono un’esperta di incenerimento o una scienziata o un politico militante. Si tratta di informazioni alla portata di chiunque le voglia cercare. A fatica, di sicuro, perché giornali e tv si guardano bene dal farne menzione. Però comunque le informazioni si trovano e chi intende scriverne dovrebbe essere tenuto ad essere imparziale, sopratutto se lo fa da un sito che si autoproclama di pensiero ecologico.
Saluti,
Simona Bassano di Tufillo
Paola Pagliaro 4 Novembre 2010 il 12:33 pm
Grazie Simona,
ci hai fornito dei dati utili che sicuramente completano l’articolo, come preziose sono le informazioni di tutti coloro che sono intervenuti, ne terremo senz’altro conto per ulteriori approfondimenti sul tema. Cari saluti.
Fabio Alemagna 4 Novembre 2010 il 3:32 pm
ernesto brando dice:
Commento solo per evidenziare questo passaggio del già preciso intervento di Ernesto Brando, perché è bene che si sappia.
Qui il riferimento, per i “non credenti”: http://www.meetup.com/Gruppo-Meetup-Amici-di-Beppe-Grillo-di-Brescia/messages/boards/thread/2818239?thread=2818239
Paola Pagliaro 4 Novembre 2010 il 5:08 pm
grazie Fabio ma ci fidavamo, tra l’altro una delle fonti del post “incriminato” è proprio Meetup 🙂
Mods 4 Novembre 2010 il 7:57 pm
Eh Eh,
su commissione dei clienti di Leonardo, 🙂
Ps. Chi gestisce la piattaforma sa a cosa mi rifersico, lavoravo in una web agency!!!!
Alex 5 Novembre 2010 il 9:28 am
@ sbadituf:
Scusate ma non capisco quale sia il motivo di tanto accanimento verso l’articolo in questione.
Credo sia evidente, lapalissiano e oltremodo scontato che NESSUN articolo come NESSUNO studio possa essere completo quando si tratta di un tema così complesso come lo smaltimento dei rifiuti. Dato questo per assodato giacché ritengo che nessuno possa metterlo in dubbio, mi sembra evidente che in 500 parole (o giù di lì) non si possa che accennare al tema, al fine di farlo semplicemente risaltare agli occhi dei lettori, che poi con tutta calma possono leggere, approfondire, rileggere e commentare tutti gli articoli, i libri gli studi che nel mondo, e in Internet si fanno a riguardo.
Questo credo sia il processo “sano” e civile, così come è sano e civile commentarlo facendo rimandi ad altri articoli che possano fornire maggiori informazioni ai lettori. Si tratta di condivisione di informazioni, una delle conquiste più grandi dell’umanità.
Quello che invece non può essere condivisibile è l’attacco personale. Dare del “vergognoso” ad un articolo, paragonandolo peraltro ad altri fatti del tutto scorrelati e di ben più alta risonanza senza pensare a quanto sia forte la parola “vergognoso” ed a quante altre “vergogne” ci siano nella “disinformazione di massa” ben più gravi, credo sia almeno mancanza di prospettiva, quando non mancanza di rispetto.
Tornando al tema centrale dell’articolo, sono assolutamento convinto che gli inceneritori, come tutti gli altri meccanismi e strumenti per lo smaltimento dei rifiuti possano essere utili o dannosi a seconda di come e quando li si usa. Se un inceneritore fosse sempre costruito in una zona adeguata, a distanza di sicurezza dalle abitazioni, in zone a basso rischio sismico e con i più efficaci sistemi di sicurezza; se poi fosse utilizzato solo per bruciare i rifiuti per i quali è stato costruito, fosse revisionato e manutenuto come da processo, fosse ammodernato e fosse dotato degli opportuni filtri periodicamente sostituiti (e smaltiti anch’essi)… e così via, allora sarebbe difficile sostenere che si tratta di un oggetto dannoso… probabilmente avrebbe prodotto meno diossina di quella che ha prodotto il mio ed il vostro pc per scrivere e leggere questo commento. Va da sé che in Italia tutto questo è ben più che utopia purtroppo…
Fabio Alemagna 5 Novembre 2010 il 1:57 pm
Vedi Alex, tu fai un errore comune a molti che non hanno avuto il tempo e/o la voglia di informarsi attivamente sulla questione degli inceneritori e delle modalità di smaltimento dei materiali post consumo in genere. Ed ogni volta ci si ritrova ad avere discussioni nelle quali c’è chi, come te, dice che un inceneritore se gestito bene non fa tanto male.
E’ un piano sul quale si tenta di portare la questione anche per svincolarne una ancora più fondamentale: gli inceneritori servono, oppure no?
La risposta è un categorico NO, perché esistono alternative che prediligono il recupero della materia al suo incenerimento, e consentono di smaltire i materiali post consumo con una efficienza, in termini di costo, occupazione e salute di svariati ordini di grandezza maggiori rispetto ad un inceneritore.
A causa della legge di conservazione della massa, anche detta legge di Lavoisier in nome di colui che l’ha scoperta, nulla di ciò che entra in un inceneritore svanisce, viene semplicemente trasformato in qualche altra cosa, di enormemente più tossico. Da un inceneritore escono fumi e ceneri: i fumi vengono dispersi in aria, le ceneri vanno trattate come rifiuti speciali: il paradosso di un inceneritore è che un rifiuto non tossico come una buccia di banana, una bottiglia di plastia ed un pezzo di legno viene trasformato in rifiuto tossico da smaltire in discariche speciali. Ed ecco smontata la teoria per la quale gli inceneritori sono alternativi alle discariche: gli inceneritori ABBISOGNANO di discariche, speciali ed altamente controllate.
Potrei continuare per tanto ancora, come ho fatto tante altre volte in altri forum. Spero che questo estenuante lavoro di informazione a qualcosa, nel lungo termine, servirà.
Alex 5 Novembre 2010 il 2:23 pm
Fabio, ti ringrazio per la tua spiegazione e per il lavoro estenuante che fai nei vari forum per dare a tutti la possibilità di conoscere certe informazioni.
In effetti so bene anche io che una gestione oculata dei rifiuti non abbisogna necessariamente degli inceneritori, così come so bene che i prodotti di un inceneritore vanno smaltiti (è per questo che parlo di filtri).
Conosco bene la legge di conservazione della massa (sebbene se non ricordo male fu un russo, del quale non ricordo il nome, il primo a fare esperimenti in tal senso e come al solito il francese di turno si è preso il merito ;).
Inoltre è chiaro che se in un inceneritore facciamo finire le bucce di banana abbiamo perso in partenza, perché le bucce di banana sono ben più utili a produrre compost.
Come al solito non si può parlare di inceneritori come della “soluzione finale” al problema dei rifiuti, così come non sono la soluzione finale i gassificatori, il compostaggio, etc… Non esistono soluzioni finali, né una miscela ottima preconfezionata e sempre valida di soluzioni che può diventare finale. Ci sono, secondo il mio modestissimo parere, solo molti strumenti e metodologie, con i loro pregi ed i loro difetti, che possono essere adottate a seconda di vari fattori ed esigenze spesso correlate a fattori geografici.
Ciò che è importante è quello che fai tu e tutti quelli che si prodigano per informarsi ed informare a tutti i livelli al fine di adottare sempre le soluzioni ottimali (e non ottime perché non è possibile) al passo con i tempi.
Marco Maraviglia 5 Novembre 2010 il 4:12 pm
Alex, vuoi fonti?
Va bene citarti Stefano Montanari (scienziato internazionale) ed allegarti il link di un documento sugli effetti delle nanoparticelle prodotte da inceneritori?
http://www.stefanomontanari.net/sito/images/pdf/food.pdf
Anonimo 6 Novembre 2010 il 9:11 am
@ Marco Maraviglia:
Grazie Marco. Credo che in questo contesto qualsiasi fonte citata sia bene accetta (come è evidente dal mio intervento precedente). In effetti stefanomontanari.net era stato già citato e avevo già perlustrato con curiosità il suo sito.
Sebbene credo di essere perfettamente allineato a te, a Montanari, a Fabio e a tutti gli altri che sono intervenuti sul fatto che in Italia, visto il contesto politico, sociale e geografico in cui viviamo, un inceneritore è l’ultimo dei nostri bisogni, mi piace informarmi da fonti diverse. Mi spiego. Quando cerco informazioni su un argomento mi sofrzo, per quanto possibile, di trovare articoli, libri, opinioni discordanti, al fine di formare un parere “mio” e non solo un parere conforme ad una determinata linea di pensiero. Ciò non toglie nulla alla validità delle ricerche del dott. Montanari, o a quelle di tutti gli studiosi che dedicano all’argomento molto più tempo di noi, ma aggiunge semmai valore ad esse nel momento in cui, leggendo altre fonti della fazione opposta, si tirano le somme proprio nella direzione che Montanari indica.
Rinaldo Sorgenti 6 Novembre 2010 il 4:25 pm
@ alberto:
Giusta riflessione quella di Montanari, perchè in effetti la frase conclusiva è “fuori luogo” e contraddittoria con tutto quanto si dice in precedenza.
Come noto le diossine si possono sviluppare in un determinato gradiente termico ed appunto per prevenire lo sviluppo di diossine, questi moderni impianti funzionano a temperature ben maggiori.
Quindi sono solo le ultime 8 righe conclusive dell’articolo ad essere fuori luogo e ideologicamente inserite da chi cavalca la solita demonizzazione anche delle moderne tecnologie.
Rinaldo Sorgenti 6 Novembre 2010 il 4:32 pm
@ Paola Pagliaro:
Ottimo commento quello di Paola Pagliaro.
Peraltro, l’argomento CIP6 (che riguarda gli incentivi) NON ha niente a che fare con l’argomento sicurezza o salute!
E’ evidentemente stato messo li (non a caso) giusto per tentare di far emergere una fittizia e solo apparente diversa valutazione sugli effetti, non avendo nulla di più coerente da obiettare.
Se invece, questi demonizzatori di questa moderna tecnica di smaltimento produttivo (grazie all’elettricità ed al calore per il teleriscaldamento che si possono ricavare) dei rifiuti sono convinti delle loro idee, ebbene allora dovrebbero fare una denuncia-petizione all’ OMBUDSMEN Europeo, per denunciare l’Unione Europea che sostiene queste tecniche di smaltimento dei rifiuti, infliggendo invece severe multe a chi pensa di gestire i rifiuti come a Napoli. Ricordate chi ha cavalcato in Campania l’ostracismo ai termovalorizzatori?
A volte la memoria può servire, … a non ripetere gli errori ed a diffidare di questi personaggi.
Rinaldo Sorgenti 6 Novembre 2010 il 4:43 pm
@ sbadituf:
Davvero incredibile. Eppure basta documentarsi per comprendere, vero?
E pensare che la gente non comprende che, come tu dici:
” … per dimostrare scientificamente che l’incenerimento è un’idiozia e che qualunque cosa venga bruciata invece che riciclata … non si elimina affatto, ma anzi si trasforma in qualcosa di più dannoso e nocivo per la salute umana e per l’ambiente. ”
Infatti, volete mettere quanta C02 si sviluppa a causa della combustione?
Questa si dannosa, ma che dico, criminale, per la salute e l’ambiente! O no?
Incredibile davvero!
Rinaldo Sorgenti 6 Novembre 2010 il 4:57 pm
@ Marco Maraviglia:
Davvero incredibile! INCREDIBILE !
Se queste sono le …”fonti” … allora possiamo stare davvero tranquilli!
Come diceva Totò: “… ma mi faccia il piacere !”.
Fabio Alemagna 6 Novembre 2010 il 6:49 pm
Rinaldo Sorgenti,
io non so che studi lei abbia fatto, nè quando andava a scuola nè successivamente, ma le faccio presente qualche cosuccia che le potrà essere utile.
1) Gli inceneritori di rifiuti urbani (figuriamoci quelli di rifiuti industriali, ma magari tratteremo questa faccenda un’altra volta) sono classificati come industrie insalubri di tipo I classe, in base all’articolo 216 del T.U. delle leggi sanitarie, ovvero sono paragonate alle acciaierie, tanto per dirne una ( http://www.bosettiegatti.com/info/norme/statali/1934_1265.htm )
2) La CO2 non è l’unico prodotto di scarto gassoso di un inceneritore – e comunque, dovendo rientrare nei parametri di Kyoto, più CO2 emessa equivale a più multe salate da pagare, per non parlare dell’incremento in atmosfera di questo gas serra – ma son parimenti emesse sostanze mutagene e cancerogene certe come furani, diossine, idrocarburi policiclici aromatici, per non parlare di acidi vari e, ovviamente, delle ceneri tossiche che ammontano al 30% della massa del comburente+combustibile (si usa metano od olio combustibile per innescare l’accensione e tenere alta la temperatura del forno).
3) Gli inceneritori emettono nanoparticelle inorganiche, tipicamente metalli pesanti micronizzati che diventano vettori di particelle organiche quali diossine, furani e compagnia cantando e, data la loro microscopica dimensione, ben al di sotto di quanto i filtri più avanzati sono in grado di trattenere, riescono a viaggiare per decine e decine di km trasportati dai venti e possono andare direttamente al cervello penetrando il nervo olfattivo, nonché penetrare i nuclei delle cellule.
4) Gli inceneritori sono inutili, in quanto esistono tecnologie alternative in grado di recuperare la materia che usualmente viene incenerita con finanche minori scarti.
Spero di esserle stato utile nel fornirle informazioni che, evidentemente, le mancavano. La prossima volta mi auguro vorrà farsi egli stesso portatore di queste informazioni in altri luoghi ove avrà, si spera, più fruttifere conversazioni.
2)
Fabio Alemagna 6 Novembre 2010 il 6:56 pm
Rinaldo Sorgenti dice:
1) Non esistono inceneritori che non emettono diossine. Questo perché la temperatura nel forno NON è costante. A tal proposito, legga un vecchio articolo di Alessandro Iacuelli: http://alex321.splinder.com/post/12201764/
2) Le diossine si possono formare anche all’esterno del camino, quando i gas di emissione si raffreddano.
Per quanto riguarda la sua affermazione sul calore ed energia prodotto dall’incenerimento dei rifiuti, le faccio presente che l’energia che si ricava dall’incenerimento dei rifiuti è fino a 5 volte inferiore rispetto a quella che si sarebbe risparmiata riciclando quei rifiuti inceneriti. Per cui le consiglio di non andare in giro a vantare guadagni energetici inesistenti.
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