Dopo soli 3 giorni di attività l’inceneritore di Parma è stato bloccato: per l’amministrazione comunale manca l’agibilità. Si apre quindi una nuova clamorosa pagina per il forno di Ugozzolo, dopo la richiesta di procedere dell’Iren al Comune, con agibilità parziale, il rifiuto del comune e la decisione della società di precedere lo stesso.
Il caso dell’inceneritore di Parma torna sotto ai riflettori. Negli ultimi giorni è successo di tutto, vediamo quindi di ricapitolare gli avvenimenti che hanno portato al blocco dell’impianto dopo soli 3 giorni di attività.
Le schermaglie tra Comune e Iren (con ruolo spesso attivo anche dei cittadini) vanno avanti da mesi. In particolare manca il certificato dell’Iren al Comune che tecnicamente permette l’accensione degli impianti, certificato che al Comune non è arrivato perché (questo secondo l’amministrazione comunale), l’impianto non è ancora terminato. Venerdì scorso Iren chiede allora al Comune il processo a procedere con agilità parziale, e il Comune guidato dal sindaco a 5 Stelle Pizzarotti risponde picche.
Tuttavia, gli atti formali della negazione a procedere non sembrano essere giunti alla Iren. In conseguenza di ciò la multiutility ha deciso di accendere l’impianto e cominciare a bruciare. Inutile dire che questa decisione ha scatenato nuovi attacchi del Comune alla Iren, culminati con la decisione di imporre il blocco all’inceneritore. Dopo tre giorni, niente più fumo quindi dall’impianto.
Come appare evidente il caso è complesso e spinoso. Bisogna tener conto del fatto che la Iren mettendo in moto gli impianti ignorando la bocciatura comunale è rientrata nella scadenza del 30 giugno per ottenere gli incentivi statali, i quali in realtà le sono stati negati dal Ministero, ma che potrebbero comunque finire nelle casse della multiutility se il Tar dovesse esprimersi in suo favore.
Con questo stop si conclude la vicenda dell’inceneritore? Naturalmente no. La Iren ha già fatto sapere che intende portare davanti ai giudici le decisioni del Comune di Parma. L’inceneritore, per il momento, resta fermo. Ma l’ultima parola sulla vicenda è ancora lontana: la questione relativa all’inceneritore non svanirà dalla memoria tanto facilmente.
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