Il presidente dell’associazione CreaFuturo di Cremona lancia un avvertimento: l’inceneritore di San Rocco, vecchio impianto che almeno in teoria dovrebbe chiudere entro tre anni, potrebbe invece restare in attività, a causa del cambio di classificazione da R1 a D10.
I cittadini attendono con impazienza la chiusura del vecchio inceneritore di San Rocco a Cremona, ma se da un lato l’Assessore all’ambiente e alla Salute ribadisce la scadenza per l’attività dell’impianto, dall’altro Marco Pezzoni, ex parlamentare PD ora presidente dell’associazione CreaFuturo, chiarisce – con motivazioni alquanto convincenti – come la struttura potrebbe in realtà restare in funzione ben più a lungo dei tre anni previsti. L’inceneritore di San Rocco di Cremona serve 320 mila abitanti circa e tratta rifiuti solidi urbani ma anche rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, e attualmente lavora al 60% della capacità. L’impianto cremonese, stando alla Regione Lombardia, risultando vecchio e tra i più inquinanti di tutto il territorio regionale, dovrebbe essere tra i primi impianti a conoscere la chiusura, eppure la giunta di Maroni ha classificato l’impianto, un paio di mesi fa, come R1, ovvero produttore di energia, e non più D10 (smaltimento rifiuti con recupero di energia). Come spiega Pezzotto questa decisione potrebbe cambiare le sorti dell’inceneritore di San Rocco:
Non un semplice passaggio di categoria, non solamente un formale cambio di resa energetica: in poche parole, infatti, sta a significare che l’impianto cremonese è più efficiente di altri.
Il che per i cittadini non è affatto una buona notizia, dato che l’impianto in tal modo acquisisce importanza strategica e – a seguito dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia del Governo Renzi – potrebbe rientrare nella lista degli inceneritori che continueranno a operare. Quando si saprà con certezza se il termovalorizzatore di Cremona continuerà nella sua attività? Entro 90 giorni dalla pubblicazione del provvedimento avvenuta a novembre, quindi per la precisione entro il prossimo 9 febbraio 2015. E non sono solo le parole di Pezzoni e il ragionamento portato avanti a indicare questa possibilità, ma anche la comunicazione del gestore dell’inceneritore (Lgh-Aem), ai comuni che conferiscono i rifiuti all’impianto, della validità della nuova classificazione dal prossimo prima gennaio, una classificazione che tuttavia, come sottolinea ancora il presidente di CreaFuturo, che non considera l’età dell’impianto. Anche lo stesso Comune di Cremona appare intenzionato a chiudere l’impianto, ma come spesso accade, ci si potrebbe ritrovare in una situazione in cui la politica locale potrebbe dover sottostare a decisioni politiche di livello nazionale.
La situazione per i cittadini cremonesi che sperano nella chiusura a breve dell’inceneritore di San Rocco è quindi più spinosa del previsto. Come scrive il coordinamento CreaFuturo, facendo riferimento al consorzio delle municipalizzate FederUtility
La vittoria andrà alle lobby. Ha vinto Federutility (il consorzio delle municipalizzate, A2A in testa, ndr) che ha spuntato uno Sblocca Italia tagliato su misura. Una legge che sì cita le tecnologie alternative, a freddo, di smaltimento rifiuti (trattamento meccanico biologico), ma che poi non le incentiva.
Il rischio che il vecchio mostro resti acceso è quindi concreto: si spera ora in interventi che possano scongiurare il rischio da parte del Comune e non solo.
Photo credits | Getty Images
Werner 1 Marzo 2017 il 12:57 am
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