Gli incendi boschivi, stando ad un dossier realizzato da Legambiente e dalla Protezione civile, sarebbero in calo. Una buona notizia, anche se è troppo presto per cantare vittoria: la battaglia contro il fuoco che cancella centinaia di ettari di patrimonio boschivo si gioca ogni anno con un impegno da rinnovarsi con sempre maggior vigore, senza mai abbassare la guardia.
Venendo ai dati diffusi nel documento, che fa il punto della situazione sugli incendi in Italia, nel 2009 il numero dei roghi ha subito un calo del 20%, passando dai 6.479 del 2008 ai 5.422 dello scorso anno, il dato più basso fatto registrare negli ultimi 18 anni.
Tuttavia, permane l’emergenza al Sud e nelle isole. Pensate che nella sola Sardegna, nell’ultimo anno, sono andati in fumo 37mila ettari di territorio, pari a più della metà di tutta la superficie italiana interessata dagli incendi.
Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, occorre investire nella prevenzione ed in campagne di informazione mirate ad arginare il fenomeno. Cogliati Dezza è critico nei confronti dei continui tagli poiché
per salvaguardare un patrimonio boschivo come quello italiano servono finanziamenti e i continui tagli agli enti locali, protagonisti nelle attività di prevenzione e di primo intervento da terra, di sicuro non aiutano a svolgere questo compito.
Più ottimista Simone Andreotti, responsabile nazionale protezione civile Legambiente, che evidenzia l’efficienza del sistema di avvistamento e spegnimento della Protezione civile che:
insieme alle attività di controllo delle forze dell’ordine ha permesso negli anni un netto miglioramento sul fronte degli incendi nel nostro Paese. Ancora però non possiamo considerare superata l’emergenza soprattutto in alcune zone d’Italia dove puntualmente ogni estate vanno in fumo ettari di boschi.
Per frenare gli incendi appiccati per ottenere terre da edificare e pascoli, o per fare affari con l’indotto del rimboschimento, uno strumento chiave è il catasto delle aree percorse dal fuoco che vincola i terreni bruciati per decine di anni. Istituito nell’estate rovente del 2007 dalla Protezione civile e dagli enti locali, è presente nell’86% dei comuni colpiti da incendi nell’ultimo biennio, ma solo il 56%, purtroppo, lo ha aggiornato nell’ultimo anno.
[Fonte: Agi]
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