Il villaggio turco di Yirca ha impresso una svolta ecologica alla propria vita: sul tetto della moschea come anche su quello di una scuola sono stati installati, infatti, dei pannelli solari.
La scelta di installare dei pannelli solari è stata motivata dal pericolo dell’apertura di una centrale di carbone nei pressi dell’abitato. Il lavoro di installazione dei pannelli solari è durato cinque giorni ed è stato reso possibile grazie a un gruppo di volontari di Greenpeace provenienti da diversi Paesi, tra cui l’Italia. Grazie a donazioni arrivate da tutta la Turchia, in una quarantina di giorni Greenpeace Mediteranneo ha raccolto il denaro necessario (60mila lire turche, corrispondenti a poco meno di 18mila euro) per installare i pannelli fotovoltaici sui primi edifici di Yirca.
Il villaggio di Yirca già nei mesi scorsi era assurto agli onori della cronaca per le violenze subite dai suoi abitanti e dai manifestanti che erano giunti nel centro abitato per difendere gli alberi di ulivo, la cui coltivazione – e la stessa esistenza in vita – era minacciata dalla costruzione della centrale di carbone.
Un anno fa, infatti, l’azienda carbonifera Kolin Group aveva dato il via libera all’esproprio degli uliveti che circondano il villaggio ma, grazie al sostegno di Greenpeace, gli abitanti di Yirca hanno portato in tribunale la società contro l’espropriazione e hanno difeso gli alberi d’ulivo dall’abbattimento. Nonostante tutto questo, sono stati abbattuti, illegalmente, oltre 900 piante di ulivo. Ma i cittadini di Yirca non si sono certo persi di coraggio e li hanno rimessi a dimora.
Chiosa Muhtar Mustafa Akın, abitante del villaggio:
Grazie all’amore e al supporto arrivato da tutta la Turchia, Yirca ha respinto nuovamente l’assalto del carbone. Con lo stesso amore, siamo stati in grado di installare pannelli solari sulla scuola e sulla moschea, e di alimentare con l’energia pulita del sole le luci delle strade di Yirca.
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