Un paese a rifiuti zero. Ripensando a questa estate e all’emergenza rifiuti che ha colpito alcune città italiane ed in particolare Napoli, sembra impossibile. Eppure esiste davvero. Si chiama Kamikatsu ed è un cittadina di 2.000 abitanti situata sulle colline orientali del Giappone. Qui il sindaco, Kasamatsu Kasuichi, ha deciso di dichiarare guerra ai rifiuti rivoluzionando il tradizionale metodo di raccolta dell’immondizia. Nessun cassonetto dei rifiuti per le strade del paese e nessun inceneritore, tutto, invece, viene riciclato e compostato dai cittadini di Kamikatsu che hanno imparato anche a utilizzare al meglio gli scarti alimentari. I residenti del piccolo paese giapponese si occupano personalmente di differenziare i rifiuti, separando, come prima cosa, quelli organici da quelli non organici.
I rifiuti organici vengono trattati attraverso le compostiere e ridotti in concime per essere riutilizzati dai cittadini. Gli altri rifiuti, invece, vengono lavati ed asciugati nelle case degli abitanti di Kamikatsu, vengono tolte le etichette alle bottiglie e successivamente i rifiuti vengono trasportati in appositi locali, i cosiddetti centri ad “immondizia zero”, dove vengono differenziati in 34 contenitori differenti. Ci sono contenitori per le bottiglie di plastica, per le bottiglie in PET, per le penne, per i rasoi, per le batterie, per la carta, per gli oggetti in plastica etc… ( sul sito della BBC c’è il video). I cittadini, in cambio di questo impegnativo lavoro, ricevono alcuni biglietti della lotteria. Il 60% della popolazione di Kamikatsu si dichiara entusiasta dell’iniziativa e dichiara che, ormai, il lavoro di riciclaggio dei rifiuti è divenuto parte integrante della vita famigliare. Ci sono ancora degli aspetti da migliorare circa questo rivoluzionario metodo di raccolta dei rifiuti: le compostiere utilizzano l’energia elettrica ed emettono gas serra e i cittadini devono muoversi con l’automobile per raggiungere i centri ad “immondizia zero”. Nonostante questi inconvenienti il sindaco di Kamikatsu è pienamente soddisfatto ed esorta il resto del mondo a seguire il suo esempio.
E’ un’utopia pensare che un giorno anche l’Italia adotti questo metodo di raccolta dei rifiuti? Ai posteri l’ardua sentenza.
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