Siamo abituati negli ultimi anni a raccontarvi delle imprese che avvengono nel campo delle rinnovabili, le quali vengono realizzate sempre da aziende di altri Paesi. Dalla centrale solare più grande a quella eolica più potente, siamo costretti sempre a raccontarvi quello che accade all’estero. Oggi però finalmente possiamo raccontarvi un’impresa tutta italiana. La Beretta, azienda che si occupa di impianti rinnovabili con sede a Lecco, ha realizzato l’impianto solare termico più alto del mondo.
Si trova in Nepal, nel Sagarmatha National Park, a Lobuche, ai piedi dell’Everest, ad un’altezza di 5050 metri al di sopra del livello del mare. Quest’opera titanica è gestita insieme al Comitato Ev-K2-CNR, responsabile della stazione meteorologica “Himalaya”, con cui l’azienda collabora già da 18 anni. L’impresa è stata necessaria per poter far progredire in epoca moderna un’area che è una meraviglia naturale riconosciuta dall’Unesco, ma che appunto proprio per la sua bellezza non poteva di certo essere rovinata da una centrale termica comune.
E allora ecco l’impianto: 8 collettori per un totale di 14 metri quadrati disposti a forma di piramide accumula l’energia del sole. Questa energia scalda l’acqua ad una temperatura di 55 gradi per una capacità di 700 litri, e riscalda anche due ambienti a 20 gradi. Tutto ad emissioni zero, elemento fondamentale per mantenere la purezza di queste bellezze naturali. Una volta installata, la caldaia viene gestita da remoto attraverso un collegamento intranet che monitora ogni parametro di funzionamento, in modo da rendere gli spostamenti in questi luoghi difficili da raggiungere minore possibile.
L’impianto è già entrato in funzione e secondo quanto afferma l’azienda, non sembrano esserci problemi di sorta nonostante le difficoltà di rarefazione dell’aria ed altri disagi dovuti all’altezza. L’impianto è attualmente in grado di produrre 44,40 kw/h al giorno, 1332 kw/h al mese, ma soprattutto dimostra che quando c’è la volontà di produrre energia rinnovabile, lo si può fare ovunque, anche nei luoghi più inospitali del pianeta.