La barriera corallina sta sparendo? Nessun problema: la soluzione la trova ancora una volta il mondo dell’ecologia. Gli impianti per l’energia eolica offshore e quelli per creare energia dalle onde possono aumentare l’abbondanza locale di pesci, granchi, e della barriera corallina, la quale a sua volta favorisce il proliferare di mitili e balani. Ma c’è di più: è possibile aumentare o diminuire l’abbondanza delle varie specie alterando la loro progettazione strutturale.
Questo è stato dimostrato da Dan Wilhelmsson del Dipartimento di Zoologia, Università di Stoccolma, in una tesi di recente pubblicazione.
Le superfici dure sono spesso difficili da gestire nel mare, e le strutture possono funzionare come barriere artificiali. Le rocce sono spesso disposte intorno alle strutture per prevenire la loro erosione, e questo rafforza la funzione di barriera.
Una maggiore espansione dei parchi eolici offshore è in corso lungo le coste europee, e l’interesse sta crescendo in paesi come gli Stati Uniti, Cina, Giappone e India. Inoltre, anche le tecnologie che riguardano l’energia delle onde si stanno sviluppando molto rapidamente. Molte migliaia di impianti eolici di grandi dimensioni oggi coprono diversi chilometri quadrati di oceani e mari. Se la vita marina si ribelli a questo non è chiaro, ma diversi progetti di ricerca stanno indagando sull’impatto del rumore, le ombre, i campi elettromagnetici, e i cambiamenti nell’idrologia.
Dan Wilhelmsson ha studiato come le turbine eoliche offshore costituiscono habitat per i pesci, granchi, aragoste, crostacei e piante. Egli mostra che le turbine a vento, anche in assenza di protezioni, funzionano come barriere artificiali per i pesci che abitano sul fondo. I fondali in prossimità delle turbine a vento hanno una più elevata densità di pesci rispetto alle aree di riferimento più lontane. Ciò è avvenuto nonostante il fondo naturale sia ricco di massi e alghe.
Gli impianti che producono energia del moto ondoso, costituiti da massicci blocchi di cemento, si sono rivelati utili per attrarre i pesci e granchi di grandi dimensioni. I mitili cadono dalla superficie e il cibo diventa disponibile per gli animali sui fondali. Anche le aragoste possono trovare un habitat in cui svilupparsi. In un grande esperimento, alcuni fori sono stati effettuati nelle fondamenta, e questo ha aumentato enormemente il numero dei granchi.
Tuttavia, le aggregazioni di alcune specie possono avere un impatto negativo su altre specie. Il numero di animali predatori sulle scogliere artificiali a volte può diventare così grande che gli organismi-preda, come le penne di mare, stelle marine, e crostacei, sono decimati nei dintorni, e alcune specie possono sparire del tutto.
Con le centrali che prendono energia dal vento e dalle onde, dovrebbe essere possibile creare aree di grandi dimensioni con strutture di scogliere biologicamente produttive, le quali dovrebbero essere protette dalla pesca a strascico. Progettare con attenzione le basi potrebbe favorire e proteggere le specie importanti o, al contrario, ridurre gli effetti della barriera, al fine di minimizzare l’impatto su un territorio
conclude Dan Wilhelmsson.
Fonte: [Sciencedaily]
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