Nella Regione Puglia è ufficialmente partito il progetto relativo alle cosiddette “pensiline fotovoltaiche”, ovverosia alla realizzazione di impianti da parte di imprenditori-locatari che possono prendere in affitto le aree pubbliche, i tetti, i parcheggi, le pensiline e le coperture di edifici pubblici da poter sfruttare per produrre energia elettrica da fonte solare. Per la scelta degli imprenditori-locatari è così partita la procedura di selezione che, tra l’altro, permetterà ai soggetti che saranno ammessi di poter essere iscritti presso un apposito albo regionale, e potranno successivamente partecipare alle gare che saranno indette dagli Enti locali per l’installazione degli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici.
Si tratta di un progetto molto interessante e molto importante se si considera che in questo modo nella Regione Puglia potranno aumentare gli impianti fotovoltaici aventi una potenza installata medio/piccola sul territorio dei Comuni pugliesi; la Regione Puglia, infatti, svetta in Italia in quanto a potenza installata cumulata, ma è pur tuttavia al secondo posto nazionale per quel che riguarda il numero di impianti. Al primo posto c’è attualmente la Regione Lombardia dove c’è una maggiore diffusione di impianti fotovoltaici di piccolo taglio sparsi sul territorio.
Inoltre, cambierà sensibilmente anche la geografia del fotovoltaico nella Regione Puglia visto che aumenterà la concentrazione di potenza installata cumulata nelle aree urbane rispetto invece alle zone di campagna dove ci sono attualmente gli impianti aventi un taglio industriale e realizzati con la posa a terra dei pannelli rispetto, invece, ai vantaggi legati alla possibilità di integrazione architettonica sugli edifici pubblici, a partire da quelli di una maggiore quota di incentivi in Conto Energia. I potenziali beneficiari dell’iscrizione all’apposito albo degli imprenditori-locatari, in accordo con quanto si legge sul sito Internet della Regione Puglia, potranno essere, tra l’altro, anche soggetti stranieri, cooperative, imprese individuali dell’artigianato, società commerciali e società cooperative riunite in consorzi di produzione e di lavoro.