Le attività umane danneggiano gli oceani in diversi modi, incidendo profondamente sugli equilibri degli ecosistemi, della flora e della fauna marina.
Secondo lo studio del professor Mike Kingsford dell’ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies che lavora alla James Cook University e del suo collega, Dr Andrew Brierley della St Andrews University, in Scozia:
Le emissioni di carbonio di cui è responsabile l’uomo stanno alterando i processi biologici marini sia quelli su piccola scala sia i meccanismi più vasti e complessi, con il risultato di minacciare la sicurezza alimentare e provocare profondi mutamenti e danni irreversibili.
Dai dati più recenti sul monitoraggio degli oceani, pubblicati sulla rivista di divulgazione scientifica Current Biology, emerge che i tassi dei cambiamenti fisici negli oceani in alcuni casi sono senza precedenti, e gli stravolgimenti negli equilibri della vita marina sono altrettanto rapidi.
Questi mutamenti includono lo spostamento di pesci in altre acque diverse da quelle di origine, la perdita di habitat, di biodiversità, l’adattamento al riscaldamento globale di alcune specie a discapito della perdita di territorio di altre, con il risultato di provocare grandi rivoluzioni negli ecosistemi marini. Spiega Mike Andrew:
In passato, i confini tra le età geologica sono stati segnate da improvvise perdite di specie. E’ quello che può avvenire oggi a causa dei cambiamenti climatici determinati dall’uomo. Si entrerà in una nuova era in cui la pesca, i pesci e la vita stessa degli oceani saranno a repentaglio.
Dato che gli oceani sono di vitale importanza per il nostro equilibrio e per la salvezza dell’intero pianteta bisogna intervenire prima di imboccare una spirale di declino inarrestabile.
Al tasso attuale di emissioni è possibile che si passi al livello critico già entro il 2040. Il cambiamento climatico globale a quel punto diventerà catastrofico e irreversibile e ci si può aspettare di vedere la perdita di gran parte delle nostre barriere coralline e del mare artico. Il clima si sta riscaldando più rapidamente rispetto al peggiore dei casi mai avvenuto noto dai reperti fossili, circa 56 milioni di anni fa, quando la temperatura è aumentata di circa 6 gradi in più di 1000 anni. Se le emissioni non diminuiranno il riscaldamento causerà un aumento di di 5,5 gradi entro la fine di questo secolo.
[Fonte: ARC Centre of Excellence in Coral Reef Studies (2009, July 28). Humans ‘Damaging The Oceans’ In Profound Ways. ScienceDaily. Retrieved July 30, 2009, from http://www.sciencedaily.com /releases/2009/07/090729092538.htm]