Come procede il maxi processo contro l’Ilva di Taranto? Di recente è stato deciso che sarà la Cassazione a stabilire se si terrà a Taranto o dovrà essere trasferito altrove (per eccesso di “pressione ambientale verso la chiusura dello stabilimento”). Intanto Edo Ronchi torna a parlare di inquinamento e qualità dell’aria a Taranto: ancora una volta, è tutto rosa e fiori.
L’atteso maxi processo contro l’Ilva di Taranto non è detto che si terrà a Taranto. Vilma Gilli, giudice per le udienze preliminari, ha decretato la sospensione e la consegna degli atti alla Cassazione affinche decida se il super processo potrà tenersi nella città pugliese o se è giusto spostarlo in un’altra sede. Si parla di pressioni che potrebbero influenzare il verdetto della magistratura tarantina, ipotesi alla quale, come è facile immaginare, la procura ha risposto a tono elaborando, tra l’altro, una memoria in cui si chiarisce come si è sempre lavorato in libertà e serenità.
A ogni modo, ora spetterà alla suprema Corte di Cassazione deciderà se il processo contro l’Ilva andrà avanti a Taranto oppure no.
Intanto continua la battaglia dei dati sull’inquinamento e la qualità dell’aria a Taranto. Il sub commissario dell’Ilva, Edo Ronchi (rimasto al suo posto dopo la rimozione di Enrico Bondi, sostituito dal nuovo commissario Piero Gnudi), ha comunicato dati che hanno ancora una volta causato perplessità e disappunto tra gli ambientalisti. Il quadro delineato da Ronchi appare assai candido:
La qualità dell’aria a Taranto è buona, in particolare per le polveri sottili i dati sono tra i migliori delle città italiane. […] Il benzo(a)pirene si è ridotto di dieci volte.
Nel vessato quartiere Tamburi di Taranto, particolarmente vicino allo stabilimento siderurgico dell’Ilva, i dati sulle emissioni di natura industriale sono inoltre “ampiamente a norma per tutti i parametri”. Almeno stando a quanto dice Edo Ronchi.
Intanto alcuni giorni fa nella palestra dei Vigili del Fuoco della città pugliese si è tenuto un incontro delle vittime dell’inquinamento. Alessandro Marescotti di Peacelink ha ricordato come “fino al 2005 ufficialmente la diossina a Taranto non esisteva” e di come gli stessi cittadini abbiano giocato un ruolo fondamentale nel portare alla luce la verità. Marescotti ha poi commentato le dichiarazioni di Edo Ronchi come segue:
Vorremmo far notare che i periti della magistratura hanno accertato un eccesso di mortalità di 30 persone all’anno per inquinamento industriale. Ronchi dispone di un dato aggiornato sui decessi per poter dire che durante la sua gestione non sia stata danneggiata la salute dei cittadini?
Le ultime notizie sull’Ilva di Taranto toccano anche, e nuovamente, Nichi Vendola. Vendola ha nominato di recente assessore della regione Puglia (che entra in carica da luglio), Donato Pentassuglia del Partito Democratico. Pentassuglia, tuttavia, è al momento imputato nel processo Ilva: per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di favoreggiamento a beneficio di Girolamo Archinà, ex dirigente Ilva. Secondo l’accusa Pentassuglia avrebbe aiutato l’ex dirigente a “eludere le investigazioni dell’Autorità”. La scelta di Vendola, come è facile immaginare, non ha mancato di suscitare polemiche.
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