Momenti decisivi per l’Ilva di Taranto, le ultime notizie dal Governo Renzi vedono lo stato tornare imprenditore dell’acciaio in Italia, tra apprezzamenti per la decisione forte e critiche all’annunciato stanziamento da due miliardi di euro. I nuovi commissari dell’Ilva di Taranto saranno tre, probabilmente Piero Gnudi e Corrado Carrubba, a cui potrebbe affiancarsi Roberto Renon, l’attuale amministratore delegato del polo siderurgico.
Le ultime notizie sull’Ilva di Taranto ruotano attorno al decreto approvato alla vigilia di Natale dal Governo Renzi, con investimenti per circa 2 miliardi di euro, dei quali 30 milioni dovrebbero essere destinati a un centro di ricerca sui tumori infantili e 800 milioni indirizzati al rilancio del porto e del territorio, e poi naturalmente denaro per le bonifiche ambientali. Va precisato fin da subito che il decreto finale riguardante l’Ilva non è ancora giunto ma è atteso a breve, per il 31 dicembre 2014, quando il CDM si riunirà nuovamente per approvare il testo (il decreto della vigilia può essere modificato in corsa). Tra le questioni principali ancora da definire abbiamo la forma con cui avrà luogo il passaggio dell’Ilva nelle mani dello stato, che potrebbe avvenire con la creazione di una newco oppure, opzione più probabile, con l’affitto del ramo di azienda. Altra questione di estrema importanza sarà la nomina dei tre commissari che seguiranno il caso dell’acciaieria di Taranto. I nomi più probabili sono quelli dell’attuale commissario Piero Gnudi, quello di Corrado Carrubba, attuale sub-commissario, e quello, forse, di Roberto Renon, che al momento risulta amministratore delegato del polo siderurgico. Le probabili nomine, come è evidente, non segnerebbero una grande svolta per quanto riguarda le figure portanti della gestione dell’azienda. Potrebbero naturalmente esserci delle sorprese, ma ancora una volta grandi esperti ambientali ed ecologisti sono fuori dal giro, nonostante l’eterna ed enorme problematica delle bonifiche ambientali.
Tra le ultime notizie sull’Ilva di Taranto abbiamo anche le critiche dell’associazione Peacelink, che ha subito attaccato il Governo sottolineando come “i soldi pubblici messi a disposizione serviranno a pagare un terzo del debito che l’azienda ha con le banche”, ribadendosi pronta a sollecitare un nuovo intervento da parte dell’UE per la violazione delle norme comunitarie. Il subentro dello stato arriverebbe dopo 20 anni circa di privatizzazione, con i problemi correlati agli adempimenti dell’AIA, l’autorizzazione integrata ambientale, e dovrebbe essere temporaneo. Almeno a quanto dichiarato fino a oggi, il piano del Governo Renzi dovrebbe essere, sostanzialmente, quello di un subentro fino al 2017 o comunque per un periodo di tempo relativamente limitato, cui dovrebbe far seguito il ritorno sul mercato del polo siderurgico tarantino.
Insomma una svolta per l’Ilva è arrivata, ma sarà quella buona? I dubbi sono tanti: il piano dei lavori è stato continuamente disatteso o prorogato affinché non apparisse disatteso, le figure che probabilmente gestiranno l’azienda sono le stesse che al momento giocano ruoli fondamentali per l’azienda o il commissariamento della stessa, inoltre lo stanziamento per quanto non piccolo, secondo molti non è sufficiente per rimettere davvero a posto la sciaguratissima acciaieria di Taranto. Ulteriori dettagli giungeranno, a ogni modo, nei prossimi giorni, con il consiglio dei ministri del 31 dicembre.
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Phyllisheelo 9 Febbraio 2017 il 7:51 am
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Jada 1 Marzo 2017 il 2:50 am
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