La salute prima di tutto. Quante volte abbiamo sentito questo detto? Eppure oggi a Taranto non lo vogliono nemmeno sentire nominare visto che quasi tutti i migliaia di operai dell’Ilva (in pratica tutti quelli che lavoravano nell’area a caldo) sono senza lavoro. Il Gip che ha disposto la chiusura della più grande (e inquinante) acciaieria d’Europa ha esposto molto chiaramente nelle sue 600 pagine di requisitoria che la fabbrica deve restare chiusa perché è un pericolo per la salute dei tarantini e delle persone che vivono nei paesi limitrofi, e che i suoi gestori devono essere arrestati in quanto hanno agito nella consapevolezza dei danni che stavano creando.
Secondo il magistrato Patrizia Todisco a Taranto sono state calpestate le più elementari norme di sicurezza, e sono stati creati danni gravissimi nella totale noncuranza da parte di chi poteva decidere di fermare questo scempio.
La salute e la vita umana non ammettono contemperamenti, compromessi o compressioni di sorta.
Per questo la fabbrica va immediatamente chiusa. Sempre secondo il giudice a farla decidere in questo modo è stata l’esistenza, nel tarantino di una “grave e attualissima emergenza ambientale e sanitaria”, la quale deriva chiaramente dalle emissioni inquinanti dell’Ilva. Ma non tutto è perduto.
Sempre nella sua relazione, il giudice afferma che esistono mezzi tecnologici che limiterebbero di molto queste emissioni, facendo rientrare l’inquinamento cittadino nella norma stabilita dalle leggi europee. Quindi nel caso in cui si adottassero, c’è la possibilità che l’azienda riapra i battenti. Purtroppo, quando l’attuale dirigenza (per cui è stato chiesto l’arresto) si è insediata ai vertici del consiglio d’amministrazione, conosceva benissimo tutto questo quadro, ma ha continuato ad agire nell’illegalità, in pratica disinteressandosi della salute di chi vive dentro e intorno alla fabbrica.
E gli operai come l’hanno presa? Di certo non bene visto che si sono trovati da un giorno all’altro senza lavoro. I blocchi stradali sono partiti ieri, ancor prima della sentenza, e proseguono oggi. I sindacati chiedono l’intervento del Premier Monti per sbloccare la vicenda, ma intanto entrare o uscire da Taranto è un’impresa visto che tutte le vie principali che collegano il capoluogo al resto d’Italia sono attualmente interrotte. Al momento soltanto gli addetti alla sicurezza degli impianti hanno la concessione di rimanere all’interno della fabbrica per evitare ulteriori disastri, e tutti gli altri mostrano la propria rabbia in strada in quanto, si sa, chiudere l’Ilva significa mettere in ginocchio un’intera città.
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Francesco 29 Luglio 2012 il 11:09 am
Ma si può sapere da dove ha preso queste notizie?se volete fare giornalismo siate almeno informati nn scrivete cazzate per creare ancor più panico di quanto già ne abbiamo.Di Tutto ciò che ha scritto nn c’è quasi nulla di vero perciò si vergogni e impari a fare il suo mestiere sciacallo che nn è altro.