Anche se non ce n’era bisogno, il Ministro Clini è stato smentito a proposito della sciocchezza detta qualche settimana fa che a Taranto il numero dei decessi per tumore sono “nella norma”. A fornire i dati ufficiali, speriamo stavolta definitivi, c’è il rapporto dell’ISS Sentieri che, a nostro parere volutamente, è stato fatto uscire in ritardo qualche giorno dopo l’Aia 2012, altrimenti l’autorizzazione sarebbe dovuta essere molto più severa. Cosa dice il rapporto? In sostanza ciò che i tarantini già sapevano: l’Ilva uccide.
Per la precisione nel capoluogo di Provincia si calcola un tasso di mortalità del 14% più alto per gli uomini e dell’8% per le donne rispetto al resto della Regione Puglia, con un tasso di tumori rispettivamente del 30 e del 20% superiore. Ma ciò che fa più paura è il dato che riguarda i bambini per i quali si sottolinea come nel primo anno di età abbiano molta più probabilità di morire o di contrarre un tumore rispetto ai loro coetanei che vivono lontani dall’acciaieria.
A Taranto si muore di malattie circolatorie (+14% uomini, +8% donne), di malattie respiratorie (+17%), di tumori polmonari (+33% uomini, +30% donne), di altri tipi di tumore, ma soprattutto di mesotelioma pleurico che fa registrare un inquietante +419% negli uomini e +211% nelle donne. Nonostante questi dati però, il Ministro Clini continua a difendere la sua posizione, affermando che è
scorretto trasferire i dati che riguardano la storia sanitaria di decenni alla situazione attuale dell’Ilva.
Più o meno la stessa difesa che effettua l’azienda che parla di una situazione sanitaria descritta che corrisponde a 30 anni fa e non ad oggi. Peccato che il rapporto comprendesse i dati fino al 2009, non fino agli anni ’80. Nel frattempo l’Aia 2012 rimane in vigore e verrà pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale. Più cauto il Ministro della Salute Renato Balduzzi che si è detto sorpreso di tali dati e che cercherà di “fare di più”. Cosa poi vorrà mai significare questo fare di più speriamo di scoprirlo presto. Intanto ha dato l’ok all’Aia che, seppur sulla carta sia stringente, di fatto consente all’Ilva di continuare ad inquinare per i prossimi 2 anni. Tanto anno più anno meno che sarà mai, soltanto qualche altra decina di morti.
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