L’Italia non ha un Ministro dell’Ambiente, Clini si deve dimettere. No, non è una richiesta della nostra redazione ma di Angelo Bonelli, leader del partito dei Verdi. La vicenda è la coda di quanto accaduto ieri, riguardo l’Ilva di Taranto. Riassumendo l’accaduto, Bonelli aveva portato sotto i riflettori dell’opinione pubblica uno studio effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità che attestava come l’incidenza dei tumori e dei morti direttamente collegati all’Ilva fosse pesante ed evidente. Per Clini questi dati erano incompleti ed allarmistici, ed aveva annunciato querele nei confronti dei Verdi. Ieri poi è accaduto di tutto.
In una conferenza stampa a Montecitorio il leader del partito degli ambientalisti non solo ha confermato quanto detto in mattinata, ma ha anche consegnato ai giornalisti il rapporto per dimostrare che non ha detto nulla di falso, ma che chiaramente, a suo dire, il Ministero avrebbe volutamente nascosto i dati. Per questo Bonelli ha annunciato che effettuerà una controquerela nei confronti di Clini, spiegando che
Chiederemo anche un risarcimento che devolveremo alla famiglie delle vittime dell’Ilva. Il ministro dell’Ambiente farebbe bene a dimettersi.
La risposta di Clini era facile da immaginare: i dati di Bonelli sono manipolati ed incompleti.
Non c’è nessuno oggi che, sulla base dei dati disponibili, può dire che c’è una relazione causa-effetto in particolare tra le attività industriali attuali dell’Ilva e lo stato di salute della popolazione. L’estrapolazione di un’osservazione epidemiologica richiede estrema cautela perché in una zona come quella di Taranto che ha avuto cinquant’anni di industrializzazione sviluppatasi quasi in assenza di regole ambientali, è assolutamente atteso che ci sia un eccesso di patologie legate all’inquinamento
ha spiegato il Ministro dell’Ambiente. Ma dunque chi ha ragione? Sulla carta entrambi perché i dati sono veri, come dice Bonelli, ma non sono aggiornati, come sostiene Clini. L’ISS è finalmente intervenuto nella contesa, spiegando che questi dati risalgono al 2009 e che dopo aver valutato una serie infinita di variabili, il rapporto aggiornato sarà disponibile solo nella prima decade di ottobre. Noi saremo qui ad attenderlo, ma se la situazione a Taranto era così tragica già 3 anni fa, in assenza di modifiche nella produzione o di altre tutele ambientali, non crediamo che in questo lasso di tempo sia cambiato qualcosa. O almeno non in meglio.
Photo Credits | Getty Images
CaseyReomb 2 Febbraio 2017 il 1:39 am
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