Ilva, le ultime notizie in merito alla spinosa vicenda dell’impianto siderurgico di Taranto parlano della rapida respinta, da parte della procura, della richiesta di revoca degli arresti per Nicola Riva e della possibile vendita dei beni sequestrati. Ma i soldi resterebbero sotto sequestro.
Vicenda Ilva, Nicola Riva resta agli arresti, questa la decisione della procura in merito alla richiesta dei legali di Riva di revocare la misura degli arresti domiciliari, basata principalmente sul fatto che Riva si era dimesso da tutti gli incarichi societari. Ora la richiesta passa all’esame del Gip ma non sembra ci siano grandi spiragli per Riva. Nel frattempo potrebbe conoscere una svolta la questione del sequestro dei beni finiti o semilavorati dell’azienda da parte della procura. L’Ilva continua instancabilmente a proporre istanze di dissequestro e a esercitare pressioni sui pm ma finora nessun cedimento della magistratura. I beni restano sotto sequestro. Tuttavia giunge ora la notizia che la vendita dei beni è effettivamente un’ipotesi al vaglio della magistratura. Noi avevamo accennato già in precedenza alla possibilità che i giudici decidano di vendere i beni finiti e semilavorati, tuttavia non per rendere il denaro all’Ilva (ipotesi che appariva difficile e ancora oggi resta piuttosto remota) quanto per monetizzare la merce e tenere quindi in deposito il denaro ricavato.
L‘Ilva potrebbe assistere quindi alla vendita dei beni, finalmente, ma non certo nel modo che si è sempre augurato l’azienda: niente soldi per il colosso siderurgico di Taranto, anche se i beni verranno venduti, ma solo la (possibile) creazione di un deposito da utilizzare per eventuali confische. Il valore della merce è di circa 1 miliardo di euro per l’Ilva e di poco meno di 800 milioni per i custodi giudiziari. Non accenna quindi a calare la tensione nella vicenda Ilva: i giudici continuano a dimostrarsi estremamente decisi e agguerriti.
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