Vicenda Ilva, continua lo scontro: niente compromessi per la Procura, adottarne non è possibile poiché non avrebbero fondamento nelle disposizioni normative, secondo il Procuratore di Taranto. E nel frattempo è stato lanciato un nuovo allarme dal comune per gli alimenti non controllati.
Lo scontro sull’Ilva continua senza sosta: dopo la dichiarazione di ieri dell’azienda che parlava di 8 mila cassintegrati nel caso la situazione non venisse sbloccata in pochi giorni, con riferimento in particolare (ma non solo) ai beni sequestrati dalla magistratura, arrivano in risposta le parole del Procuratore di Taranto Franco Sebastio:
All’Autorità giudiziaria non è consentita l’adozione di misure “di compromesso”, magari anche comprensibili da diversi altri punti di vista, ma che non trovino il loro fondamento in specifiche disposizioni normative processuali e penali. […] È possibile rivalutare, in tutto o in parte, eventuali questioni poi insorte, però sempre nei limiti delle disposizioni normative processuali e penali.
Come a dire: è possibile rivedere qualcosa, ma nessuno pensi a facili compromessi di comodo, poiché la magistratura per sua natura non potrebbe muoversi verso decisioni che non siano fondate sulle disposizioni normative. Poteva mancare una contro risposta tagliente da parte dell’Ilva? In questo clima infuocato, naturalmente no. L’azienda ha dichiarato:
Il provvedimento di sequestro da parte della magistratura ha natura meramente facoltativa così come l’eventuale confisca anche in caso di sussistenza dei reati contestati; l’esercizio del potere discrezionale da parte dei giudici di Taranto avrebbe consentito e consente quindi la valutazione di ogni elemento di opportunità dell’emissione del provvedimento. Andrebbe in primo luogo valutata ogni conseguenza sociale che ne deriva.
Spingendo ancora una volta sull’importanza delle questioni sociali che non a caso (altra faccia della medaglia, per niente nascosta) combaciano con gli interessi economici dell’Ilva. Il caos continua. I beni sequestrati valgono 1 miliardo di euro per l’Ilva ma solo 600 milioni per la magistratura, che secondo un’ipotesi proposta da Il Sole 24 Ore potrebbe effettivamente venderli ma per poi tenerli comunque congelati.
E in tutto questo parapiglia giunge anche la notizia di una nuova ordinanza del Sindaco di Taranto che invita a evitare il consumo di alimenti non controllati: chiocciole, selvaggina stanziale e simili alimenti di origine animale. Il motivo è facilmente intuibile: gli elevatissimi tassi di inquinamento non li rendono sicuri.
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