Mega sequestro di beni all‘Ilva Spa: per i mancati investimenti in ambiente e sicurezza arriva l’incredibile batosta per l’azienda di Taranto, per un valore di oltre 8 miliardi di euro in beni. Il provvedimento è stato firmato da Patrizia Todisco, il Gip di Taranto, e il reato contestato all’azienda è associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali plurimi.
Oggi è un giorno che segna una svolta incredibile nella vicenda Ilva. La Guardia di Finanza di Taranto è infatti impegnate nel sequestro di beni dell’Ilva Spa e della Rivafire Spa per l’esorbitante somma di oltre 8 miliardi di euro. Come accennato il reato contestato è quello di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali plurimi, e gli 8 miliardi in fase di sequestro rappresentano i mancati investimenti in risanamento ambientale e sicurezza da parte dell’impianto siderurgico di Taranto. Sono, in sostanza, considerati dei guadagni illeciti.
Si tratta di una notizia terremoto e di un sequestro di proporzioni storiche che non va a intaccare l’attività produttiva dell’Ilva stessa e di conseguenza non viene bloccato dalla legge 231, la famosa e molto discussa Salva Ilva. Di conseguenza l’imponente operazione della Guardia di Finanza non dovrebbe, in teoria, avere ripercussioni sui dipendenti dell’azienda e sulle operazioni collegate al risanamento ambientale in corso secondo le direttive dell’Aia, l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Per gli 8 miliardi di euro in beni che sono in corso di sequestro sarà nominato un amministratore. Va da sé che ora tutti attendono le reazioni dei dirigenti e dei patron dell’Ilva, che dovrebbero arrivare presto e che, con ogni probabilità, non saranno affatto delicate nei confronti della magistratura. Oggi si scrive una pagina inaspettata e clamorosa della vicenda che ormai da lungo tempo vede lo stabilimento siderurgico in lotta contro i giudici: non mancheremo come ovvio di tenervi aggiornati sugli sviluppi degli eventi.
Photo credits | Getty Images
Commenti (3)