Ilva di Taranto, la Guardia di Finanza bussa anche al Ministero dell’Ambiente nel corso dell’inchiesta Ambiente Svenduto. Le indagini degli inquirenti non si fermano, e non si limitano a Taranto: cosa verrà fuori da tutti i documenti acquisiti a suo tempo dai finanzieri?
La Guardia di Finanza nei primi di agosto, come ricorda la Gazzetta del Mezzogiorno, ha bussato anche al Ministero dell’Ambiente. In cerca di cosa? In particolar modo sotto la lente dei finanzieri di Taranto guidati dal maggiore Giuseppe Dinoi ci sarebbe l’AIA, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, firmata a suo tempo dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo. Come scrive la Gazzetta del Mezzogiorno la questione è capire se “l’ha scritta davvero la commissione guidata da Dario Ticali o se, invece, ad occuparsene sono stati i lobbisti del gruppo Riva“.
Inciuci tra Ilva e Governo? Le indagini potrebbero scoprirli. Il membro della commissione Luigi Pelaggi potrebbe rappresentare il collegamento tra vertici aziendali e rappresentanti politici. A quanto sembra la Guardia di Finanza avrebbe intercettato telefonate in cui Francesco Perli, responsabile degli affari legali dell’Ilva, parla con Fabio Riva di Pelaggi, l’uomo che poteva “orientare la commissione nella direzione richiesta dai suoi interlocutori”.
Se quanto detto finora vi sembra materiale incendiario, aspettate a leggere questo stralcio di telefonata tra Perli e Riva del 22 luglio 2010. Si parla di Pelaggi:
Gli ho detto, scusa è da novembre che io vengo qui in pellegrinaggio da te… è una roba allucinante! Cioè cosa dobbiamo fare di più, ve l’abbiam scritta noi! Vi tocca soltanto di leggere le carte, metterle in fila e gestire un po’ il rapporto con gli enti locali… Io adesso… comunque adesso i primi di agosto ci danno un lavoro per… valutiamo. Comunque bisogna star col fucile spianato…
Si direbbe che di materiale per ipotizzare contatti e manipolazioni dell’Ilva sull’AIA precendete a quella approvata da Clini ce ne sia a sufficienza. Come tutti, attendiamo con grande curiosità gli esiti dell’indagine della Guardia di Finanza.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno
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