Ilva di Taranto, gli operai furiosi per la nomina di Enrico Bondi alla guida del commissariamento dell’azienda. I dipendenti si sentono imbrogliati: l’ex AD dell’Ilva ora commissario? È come “prendere il centravanti della squadra avversaria e farlo arbitro”.
In un bel reportage di Repubblica vengono riportate le voci degli operai dell’Ilva di Taranto, sempre nel bel mezzo del turbine che investe l’azienda e senza mai essere interpellati. Gli operai sono letteralmente furiosi per la nomina di Bondi. Mentre arrivano nuovi, pessimi dati sui tumori a Taranto, gli operai dopo il megasequestro, poi di fatto annullato dal governo, si aspettavano una svolta. A loro parere, la nomina di Bondi è lontana dal rappresentarla.
“Bondi? È come prendere il centravanti della squadra avversaria e farlo arbitro”, commentano gli operai. “Sai quei film western, dove arriva il castigamatti, e il vecchio che fabbrica le bare si frega le mani. Solo che Bondi fa tutte e due le parti”, e ancora, i dipendenti dichiarano a Repubblica: “Si sono ripresi tutto, il comando, e i miliardi”.
E intanto continuano le testimonianze da brivido sull’inquinamento e la pericolosità dell’Ilva da chi ci lavora dentro. Gli operai ricordano che nell’acciaieria 2 c’è un carroponte “pieno di amianto”, su cui i dipendenti si rifiutano di salire, ma anche con le manovrazioni a distanza l’amianto viene smosso di continuo. E la sicurezza sul lavoro (per le cui mancanze, assieme a quelle ambientali, era stato disposto il megasequestro) è pessima. Storie di dipendenti ustionati, di incidenti, esplosioni di caldaie di colata, vecchi attrezzi ancora in uso…
C’è chi lamenta, inoltre, una volontà non proprio ferrea da chi si suppone dovrebbe portare avanti rigidi controlli. Gli operai sono furiosi e a ragione, soprattutto se si considera che il sequestro da 8,1 miliardi di euro rappresentava, in un certo senso, la ratifica che gli operai hanno ragione a chiedere una svolta. Poi il sequestro è stato annullato in un batter d’occhio, e ora l’ex AD dell’Ilva è il nuovo commissario.
I dipendenti, non possono che leggere questa scelta come un nuovo giro di giostra, che ormai non credono più possa condurre a un vero risanamento ambientale e a delle migliori condizioni di lavoro.
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