Ilva di Taranto, l’Arpa Puglia torna a parlare e ad attaccare lo stabilimento siderurgico pugliese. La richiesta principale, inoltrata dal direttore Generale Giorgio Assennato al commissario straordinario dell’Ilva Enrico Bondi, è quella di dire basta, di abbandonare l’approccio negazionista.
Ilva di Taranto: il direttore generale di Arpa Puglia scrive a Enrico Bondi per chiedere una volta per tutte di modificare il proprio approccio, abbandonando il negazionismo relativo ai danni ambientali e quindi ai danni alla salute, che tutti purtroppo conosciamo bene e che non di meno, nonostante il passare del tempo, continua a risultare estremamente irritante, a maggior ragione se si pensa alle famiglie delle vittime dell’inquinamento di Taranto.
Giorgio Assennato risponde a una nota inviata da Bondi alla Regione Puglia. Il motivo del dibattito è semplice: le attuali personalità che dirigono l’Ilva non accettano le valutazioni dell’Arpa sui danni ambientali e alla salute. D’altronde di certo molti ricorderanno le recenti dichiarazioni (poi ritrattate) in cui Enrico Bondi sosteneva che il maggior tasso di certe tipologie di tumori a Taranto è dovuto a maggior disponibilità di alcol e sigarette alcuni decenni fa.
Scrive Giorgio Assennato al commissario straordinario dell’Ilva di Taranto:
Mi auguro che lei comprenda il valore strategico della trasformazione di atti amministrativi in produzione scientifica per affrontare in modo adeguato la complessità dei problemi dell’area tarantina. Tutto ciò è alla base del Centro Ambiente e Salute a Taranto, finalmente attivato dopo mie reiterate richieste, al quale l’azienda Ilva si è sempre rifiutata di aderire, nonostante miei pressanti inviti, come avrebbe dovuto fare seguendo i principi di una moderna responsabilità sociale d’impresa.
Certo che accostare “una moderna responsabilità sociale d’impresa” all’Ilva non è davvero semplice, come purtroppo Assennato e praticamente tutti in Italia sanno bene. C’è ancora tempo e speranza di redimersi per l’Ilva? Non possiamo che augurarcelo.
Photo credits | Getty Images
Bradly 1 Marzo 2017 il 12:54 am
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