Ilva di Taranto, dopo la nuova ondata di sequestri che ha colpito le 13 aziende e società riconducibili al Gruppo Riva, e dopo l’ennesimo ricatto da parte di quest’ultimi di mandare a casa un gran numero di lavoratori, arriva la bozza del nuovo decreto del Governo: estensione del commissariamento e sblocco delle attività produttive e dei fondi.
Il commissariamento dell’Ilva di Taranto verrà quindi esteso, almeno secondo quanto prevede la bozza del decreto di Governo di recente stilata, alle altre 13 società del Gruppo Riva poste sotto sequestro dalla magistratura. Il decreto avrà valore retroattivo e dovrebbe, in sostanza, sbloccare tutto: fondi e attività per le varie aziende dell’universo finanziario (non tanto luminoso) della famiglia Riva.
In merito al nuovo decreto “sblocca-tutto” si è di recente espresso il ministro per lo sviluppo economico, Flavio Zanonato: “Se avviene un sequestro deve avvenire tutelando l’attività produttiva”. Ma cosa avverrà, nel concreto? Enrico Bondi dovrebbe veder esteso ancor più il proprio potere gestionale, arrivando a controllare in veste di commissario speciale un numero di aziende particolarmente ampio. A lui verranno affiancati nuovi subcommissari, di cui non è facile prevedere quanto peso effettivo avranno nei processi decisionali.
Con il decreto inoltre andrà a costituirsi un fondo unico di giustizia in cui confluirà la liquidità necessaria a continuare a garantire l’attività delle imprese. Al di là del parere di ciascuno sulla nuova manovra governativa per tenere a galla Ilva e società annesse ai Riva, resta un ronzio fastidioso nella testa, nel vedere questo nuovo decreto prontamente preparato subito dopo il ricatto della famiglia Riva, pronta a licenziare a tappetto per mettere sotto pressione tutti (sempre a scapito dei lavoratori, come di consueto le vittime predilette dei Riva, assieme all’ambiente e alla salute dei cittadini).
Tuttavia, anche con il nuovo decreto non finiscono le grane per l’impianto siderurgico di Taranto, come raccontato ieri, infatti, l’Europa sta per aprire una procedura di infrazione contro l’Italia, a causa dell’Ilva. La vicenda dello stabilimento continuerà, questo è certo, su una via molto accidentata.
Photo credits | Getty Images