Ilva di Taranto, gli 8,1 miliardi sequestrati (per ora solo in parte) non si toccano, il riesame boccia il ricorso della holding e ora, c’è da scommetterci, una nuova bufera è in arrivo.
Dopo il commissariamento dell’Ilva di Taranto si era parlato del dissequestro dei beni, pari a 8,1 miliardi di euro, per i quali i giudici avevano disposto il blocco in relazione alle mancanze nelle bonifiche ambientali e nelle misure per la sicurezza del lavoro da parte dello stabilimento. Ora arriva la doccia fredda: il riesame la pensa molto diversamente. I beni sequestrati, per ora solo 1 miliardo sugli 8,1 decisi, restano sequestrati.
Al momento la guardia di finanza ha bloccato la foresteria dell’Ilva, il centro studi della città vecchia di Taranto, il campo allenamenti, e altro. Tutto questo, sancisce l’ultimissima decisione del tribunale del riesame, resterà sotto sigilli. Ora tutti si attendono la reazione da parte dell’azienda (se ci sarà), da parte del governo e da parte del Commissario Enrico Bondi.
La decisione di bloccare l’enorme valore in beni, una cifra davvero da capogiro, una decisione definita storica da più parti, dato che si tratta di inadempienze perlopiù ambientali, era arrivata il 24 maggio scorso, con la firma del Gip Patrizia Todisco. Il ricorso alla decisione del Gip è arrivato il giorno successivo quando però l’intero consiglio di amministrazione si è dimesso. In seguito è arriva la decisione del commissariamento dell’Ilva e la scelta di affidarne la guida a Enrico Bondi.
Bondi dal canto suo aveva deciso, di recente, di sottrarsi alla battaglia legale ritenendo che il nuovo quadro normativo non consentisse più il mantenimento del ricorso. Su tutto questo garbuglio sono intervenute varie voci della politica, tra cui quella di Nichi Vendola, governatore della Puglia. Ora ci si aspettano nuove reazioni, forse anche piuttosto accese. Non mancheremo di tenervi aggiornati al riguardo.
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