Su Nature Medicine è stato pubblicato un nuovo studio che dimostra come il segreto della longevità non sia in realtà strettamente legato alla genetica. Infatti un impatto incisivo arriva sia dallo stile di vita che si segue e sia dall’ambiente in cui si vive. I geni non sono coloro che determinano il futuro di una persona, ci sono fattori ambientali e condizioni di vita che risultano essere dieci volte più importanti della genetica quando si parla di invecchiamento sano e morte precoce.

Alcune note di colore sulla longevità
Come testimoniato da questo studio lo stile di vita che si segue, quindi dove si vive, cosa si mangia e così via, sono fattori che derivano dal nostro “codice postale” e che hanno un impatto maggiore sullo stato di salute rispetto al codice genetico. Tutte le malattie legate al cuore, ai polmoni, al fegato o ai reni derivano proprio dai fattori ambientali, quindi dal fumo, dall’attività fisica, dall’obesità e così via.
Quando invece si parla di patologie come cancro o demenza, qui sicuramente entrano in gioco i fattori genetici. La ricerca è stata condotta dai ricercatori dell’Università di Oxford su quasi mezzo milione di persone nel Regno Unito, nell’ambito della UK Biobank, uno dei più grandi database di dati sanitari, per identificare i fattori di morte prematura e delle principali malattie legate all’età. I risultati hanno evidenziato proprio come i fattori ambientali incidano per il 66% sulla morte prematura.
Lo studio ha messo in luce una situazione decisamente importante ossia come le esposizioni ambientali abbiano avuto un effetto maggiore sulle malattie del cuore, dei polmoni e del fegato rispetto alla predisposizione genetica. Chiaramente tale studio ha dei limiti in quanto tali risultati potrebbero essere differenti in altri Paesi, senza tener conto di come la popolazione della UK Biobank non rispecchia la popolazione generale del Regno Unito, con le varie esposizioni che sono state misurate in un unico momento, quando appunto tali persone sono entrate per la prima volta nello studio UK Biobank.
Ci sono dei limiti evidenti, anche perché si arriva ad un concetto che era abbastanza ovvio, ossia come uno stile di vita sano ed in condizioni ambientali ottimali si può ambire ad una vita più lunga. Sta di fatto che c’è una verità di base e che riguarda come le persone non siano in realtà prigioniere dei propri geni, che le cose possono cambiare se si migliorano i fattori ambientali.
Sicuramente potrebbe essere importante migliorare la salute pubblica, facendo investimenti nella ricerca genetica per prevenire alcune patologie e chiaramente intervenire anche sui fattori ambientali.