Il Mar Rosso restituisce nuova vita al Mar Morto

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Riparte “Valley of Peace” il progetto per ridare vita al Mar Morto. L’iniziativa, avviata più volte dal 1800, prevede la costruzione di un canale lungo 166 chilometri che collegherà il Mar Rosso al Mar Morto per far fronte al sensibile abbassamento del livello dell’acqua di quest’ultimo. Grazie al canale sarà possibile riversare nel Mar Morto 2 milioni di metri cubi di acqua dolce proveniente dal Mar rosso.

A finanziare il progetto per 3 miliardi di dollari è il multimiliardario israeliano Yitzhak Tshuva, proprietario del gruppo El-Ad, che comprende il Plaza Hotel di Manhattan e la Delek, seconda compagnia petrolifera israeliana. Altre personalità di spicco, come Shari Arison e Nochi Dankner hanno annunciato di voler prendere parte all’opera per finanziare il canale, che dovrebbe essere completato in una decina di anni.


Il Mar Morto perde ogni anno circa 80 centimetri di profondità e subisce un’evaporazione d’acqua di oltre 1.000 tonnellate all’anno. A determinare la contrazione delle acque concorrono la deviazione del Giordano, utile a soddisfare le esigenze di Israele, Siria e Giordania, e lo sfruttamento del Mar Morto per l’ agricoltura. Valley of Peace determinerà un corridoio lungo oltre 500 chilometri utile allo sviluppo economico dell’area tra Giordania, Cisgiordania ed Israele, e, soprattutto, porterà in queste zone acqua potabile ed energia.

Grazie alla desalinizzazione, in parte dovuta alle acque dolci del Mar Rosso in parte ottenuta da un impianto di desalinizzazione, sarà possibile ottenere circa un miliardo di metri cubi d’acqua potabile. Sfruttando il dislivello di oltre 200 metri tra il Mar Rosso e il Mar Morto che fa compiere all’acqua un salto di 420 metri sotto il livello del mare, sarà possibile azionare circa 2.000 MW di turbine di una centrale idroelettrica. La nuova area creata dal canale potrebbe essere sfruttata in parte per l’agricoltura, in parte per costruire strutture ricettive. Sugli argini del canale, inoltre, potrebbero essere costruiti un treno ad alta velocità e un’autostrada per collegare in poco tempo i due mari.
Il progetto incontra la resistenza degli ambientalisti che vi intravedono la rovina di un ecosistema unico al mondo e il rischio che, con la desalinizzazione delle acque, nel Mar Morto non sarà più possibile galleggiare naturalmente, con conseguente perdita del turismo. Gli ambientalisti, inoltre, temono scosse sismiche causate dai lavori per il canale ed infiltrazioni di acqua salata nelle falde acquifere delle zone in cui passerà il condotto.

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