È un periodaccio per l’Ikea, già obbligata a fare i conti con lo scandalo della carne di cavallo trovata nelle sue polpette. Un nuovo allarme sanitario arriva dai negozi cinesi dove sono state ritirate le torte vendute nel ristorante del centro commerciale. Secondo quanto riportano le autorità nazionali, sarebbero stati trovati dei batteri all’interno delle torte che possono essere stati trasmessi soltanto attraverso contaminazione fecale. Detta in altre parole, i prodotti alimentari dell’Ikea potrebbero essere stati stipati in magazzini infestati da topi o altri animali che li hanno poi contaminati.
Il colosso svedese ha ovviamente preso provvedimenti, ritirando le torte da tutti i suoi negozi in 23 Paesi compresa l’Italia, ma un sospetto comincia a crescere. Il dubbio che viene è che la Cina, volendo promuovere i propri prodotti a scapito di quelli importati, stia cavalcando l’onda dello scandalo della carne di cavallo per accusare i produttori stranieri di commettere reati inesistenti. Guardacaso proprio nel pieno della confusione legata alle polpette, arriva quest’ulteriore accusa, allargata poi anche ad altri prodotti europei che con il cavallo non c’entrano nulla.
Sono stati bloccati nelle ultime ore 247 articoli alimentari e non della Kraft, Nestlé e Shiseido perché scaduti o perché contenevano delle sostanze ritenute non sicure per la salute umana dalle autorità cinesi come per esempio il sorbitolo, uno zucchero comune che è considerato sicuro in tutto il mondo, tranne che in Cina. I sospetti si allargano considerando anche due ulteriori aspetti. Primo, i prodotti che sono stati dichiarati non conformi e che hanno poi portato a questa decisione, sono stati distrutti e quindi è impossibile ottenere una controprova; secondo: nei test effettuati fino a questo momento sulle torte Ikea vendute in Italia, ancora nessuna ha mostrato tracce di colibatteri. Che si tratti di una mossa di concorrenza sleale cinese? Visto quello che sono capaci di fare in quel Paese possiamo aspettarci di tutto, ma attendiamo i risultati definitivi delle analisi anche negli altri Paesi europei per avere un quadro più chiaro.
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