I grandi della Terra promettono di dimezzare le emissioni entro il 2050

di Redazione Commenta

Il G8 è cominciato da due giorni, e già si hanno i primi risultati, molto incoraggianti. Ieri i presidenti dei paesi più industrializzati del mondo hanno deciso di dimezzare le loro emissioni di gas serra entro il 2050. Apparentemente non è un gran risultato, ma entrando nel merito si vede che è un buon proposito da non far passare inosservato.

Prima di tutto perchè tra gli 8 paesi che hanno firmato l’accordo compare anche gli Stati Uniti, che non avevano ratificato il protocollo di Kyoto, ma che adesso si accorgono che il problema del riscaldamento globale è più serio del previsto. E poi perchè nell’accordo si parla di dimezzare la produzione, e non solo di diminuirla, il che comporta uno sforzo notevole da parte di tutte le nazioni, che anche se non dovessero riuscire ad ottenere il risultato, avrebbero comunque fatto un grosso passo in avanti verso la salvaguardia del pianeta.


I paesi che partecipano al G8 di Rusutsu (Giappone) sono, oltre ai padroni di casa, anche Stati Uniti, Russia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Canada e Italia, tutti preoccupati dell’innalzamento delle temperature del pianeta intero e quindi dei pericoli conseguenti. La decisione è stata obbligata date le numerose polemiche scaturite dopo il summit tenuto in Germania lo scorso anno, che non aveva dato risultati soddisfacenti. Anzi, proprio lo stallo in cui si sono trovate le Nazioni Unite sull’argomento, uno stallo troppo prolungato, ha fatto muovere migliaia di persone in protesta, non solo ambientalisti, per chiedere che si faccia qualcosa per mettere da parte gli interessi economici e salvare il pianeta.

Dopodichè Bush è entrato come al solito in contraddizione con sè stesso, prima opponendosi all’allargamento del G8 a paesi emergenti come la Cina, l’India e il Brasile, e poi però chiedendo che anche loro si adeguino a questo trattato. Cosa che, legalmente, non sarebbero tenuti a fare, dato che la loro firma non compare sull’accordo.

“Si stanno intravedendo piccoli progressi nell’ultimo anno di negoziazioni per non sprecare l’opportunità di evitare di mettere in pericolo la gente che loro stessi devono proteggere dai cambiamenti climatici”

ha dichiarato Kim Carstensen, direttore dell’iniziativa sul Clima Globale promossa dal WWF. Purtroppo alcuni scienziati sostengono che la riduzione del 50% delle emissioni non sarà sufficiente, soprattutto se prospettata entro il 2050. Provvedimenti andrebbero presi entro il 2020, altrimenti si rischierebbe che ogni sforzo possa risultare inutile. L’obiettivo entro il 2050 dovrebbe essere molto più alto, tra il 60 e l’80%, molto di più di quanto sperano i capi di Stato.

L’Europa intanto ha promesso una riduzione tra il 25 e il 40% entro il 2020, ma Bush sostiene che queste sono solo favole, ed è un obiettivo impossibile da raggiungere. Ma intanto Jose Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea, vede un segnale di speranza in questo incontro. Crede che questa sia una nuova e condivisa visione delle maggiori economie mondiali sul problema ambientale, e un forte segnale ai cittadini del mondo, sperando che il trattato venga confermato e anche migliorato al prossimo incontro in Danimarca, a dicembre 2009.

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