Tentativi di greenwashing ce ne sono tanti, e noi che operiamo in questo campo da anni lo sappiamo bene visto che molte aziende poco green ci contattano per potersi fare pubblicità nel tentativo di “lavarsi” un po’ la coscienza (da qui il nome di green-wash), ma quello che ha combinato la Vedanta Resources, un’azienda mineraria britannica, le batte davvero tutte.
Siamo in India, il Paese in cui maggiormente la multinazionale agisce, ed in cui sta letteralmente distruggendo un’intera regione per l’estrazione della bauxite. In particolare è la montagna sacra dei Dongria Kondh, una popolazione indigena, ad essere letteralmente violentata dall’azienda, la quale ha ovviamente contro tutta l’India. Per poter guadagnare un po’ di credibilità, ai dirigenti è venuta una grande idea (per modo di dire): fare un concorso cinematografico per mandare in onda una serie di film, girati da aspiranti registi locali, i quali mostravano soltanto il lato buono della medaglia, e cioè la ricchezza e la felicità che Vedanta stava producendo per la popolazione.
Per poter mettere in atto il proprio piano, nella giuria che avrebbe dovuto giudicare i film (non importava chi vinceva, ma solo che fossero visti da più persone possibili) erano state ingaggiate diverse personalità di Bollywood, l’industria cinematografica indiana, tra cui l’ex miss India, oggi attrice, Gul Panag, ed il regista Shyam Benegal. Questi due, una volta scoperte le “trame” della Vedant hanno deciso di tirarsi indietro e denunciare tutto sui social network. Questo il commento della Panag su Twitter:
mio dio. Ho appena ricevuto tutti i dettagli. Non sapevo che il concorso facesse parte dalla campagna auto-celebrativa di Vedanta… mi tiro fuori.
Sulla stessa scia anche le lamentele del regista, e persino uno dei partecipanti, una volta scoperta la finalità del concorso, pare abbia scelto di ritirare il proprio film. Insomma, se la Vedanta voleva far parlare di sé, ci è riuscita in pieno, forse anche troppo visto che la vicenda ha avuto risalto internazionale. Ma difficilmente crediamo che l’intenzione era di far parlare di sé in questi termini…
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