Proteste, manifestazioni, attività in 47 diversi paesi del mondo per chiedere alla Russia la liberazione degli attivisti di Greenpeace incarcerati dopo il blitz della Arctic Sunrise contro una piattaforma di Gazprom. Anche Christian D’Alessandro è incarcerato in Russia. Sulla sua testa pende l’accusa di pirateria, che può valere fino a 15 anni di carcere in Russia.
Segnaliamo a tutti coloro che vogliono unirsi alla petizione per la liberazione degli attivisti di Greenpeace che è possibile firmare (e avere tutte le info possibili) sul sito Greenpeace.it/arctic. La petizione ha toccato quota un milione di firme nel giro di un paio di settimane.
A battersi per gli attivisti incarcerati non solo altri attivisti e cittadini comuni, ma anche i vertici di Greenpeace, naturalmente. Il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, ha dichiarato:
I nostri attivisti hanno compiuto un atto di incredibile coraggio per proteggere tutti noi dai cambiamenti climatici e l’Artico dalle trivellazioni petrolifere. È di cruciale importanza che ora milioni di persone in tutto il mondo si uniscano alla richiesta della loro liberazione, e dimostrino ad aziende come Gazprom e Shell che non ci lasceremo intimidire o ridurre al silenzio.
Di recente abbiamo anche potuto ascoltare su Rai 3, a In Mezz’ora, le voci dei genitori dell’attivista italiano incarcerato, Cristian D’Alessandro. Per la madre “Se i ragazzi hanno i sogni, è giusto che li seguano”. I genitori precisano di esser stati aiutati dalla Farnesina, ma certo che se sul caso arrivasse qualche altra “spinta”, sarebbe un fattore positivo. E chiariscono, inoltre, di non avercela con la Russia, ma di avercela con Gazprom. I genitori sperano inoltre che l’Italia voglia affiancare l’Olanda in un’azione legale contro la Russia (insomma, che faccia capire quanto importante sia la liberazione di Cristian D’Alessandro per il nostro paese). Gli attivisti sono in una situazione decisamente difficile: speriamo che gli eventi possano prendere una piega positiva nei prossimi giorni,
Photo credits | Greenpeace Finland su Flickr
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