Greenpeace presenta la sua nuova ecoguida ai prodotti elettronici, tesa come sempre a spingere al miglioramento in ottica di ecosostenibilità le grandi aziende mondiali di elettronica, nonché a fornire, attraverso una classifica, indicazioni ai consumatori su quali al momento siano le aziende di elettronica che adottano politiche maggiormente sostenibili.
Sono ormai sei anni che Greenpeace pubblica le sue ecoguide ai prodotti elettronici, ottenendo in questo lasso di tempo alcuni effettivi successi nella sensibilizzazione delle grandi aziende nei confronti della sostenibilità ambientale, anche grazie all’importanza sempre maggiore, a livello di immagine, che l’ecosostenibilità sta andando acquisendo agli occhi dei consumatori. In questo contesto la diciottesima edizione della guida di Greenpeace ai prodotti elettronici da un lato continua a spingere le aziende a liberarsi dell’energia sporca più rapidamente, dall’altro funge da utile strumento informativo per i consumatori attenti all’ecosostenibilità dei prodotti che acquistano, indicando quali sono le aziende più green.
La vera sorpresa di quest’ultima edizione della guida è l’azienda indiana Wipro, non particolarmente conosciuta in Italia, che dal nulla entra di colpo in classifica balzando direttamente al primo posto: posizione guadagnata grazie a una svolta davvero decisa entro politiche di sostenibilità, dall’uso di energie rinnovabili all’eliminazione di alcune sostanze tossiche dai prodotti, passando per nuove strategie di recupero e riciclo dei prodotti elettronici. Al secondo e al terzo posto troviamo invece due colossi ben noti anche in Italia, HP e Nokia, il cui impegno in direzioni di un minor impatto ambientale della produzione continua con costanza ormai da molti anni.
Lodevole anche l’impegno della Acer con sede a Taiwan: una svolta nelle politiche aziendali le è valsa il balzo dal nono al quarto posto della classifica di Greenpeace. In lieve calo invece Dell e Apple, rispettivamente al quinto e sesto posto della classifica. Seguono Samsung e Sony. Fermo restando, come ribadisce Greenpeace, che ancora molto deve essere fatto praticamente da tutte le aziende di elettronica, i cui margini di miglioramento a breve termine in ottica di sostenibilità sono molto ampi, è giusto riconoscere il merito a varie aziende che hanno deciso di muoversi verso un futuro più sostenibile.
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