Greenpeace chiede a Letta di contattare Putin per la vicenda di Cristian D’Alessandro, mentre in una conferenza stampa i genitori dell’attivista ambientalista rivelano gli ultimi retroscena del caso di cui sono a conoscenza. Ci sarà davvero l’intervento del Premier italiano?
Come molti sanno Greenpeace ha condotto una battaglia in favore della protezione dell’Artico. Il 18 settembre scorso per attività di protesta pacifica sono state arrestate diverse persone, tra cui Cristian D’Alessandro. Di recente la loro accusa è stata mutata da pirateria in ciò che in italiano corrisponde, sostanzialmente, a vandalismo. Ma il reato di hooliganism in Russia comporta pene che possono giungere fino ai 7 anni di detenzione.
Ora il padre e la madre di Cristian si battono al fianco del figlio, per il proprio figlio. In un importante conferenza stampa cui erano presenti il presidente di Greenpeace Ivan Novelli ha evidenziato come 67 parlamentari abbiano sottoscritto l’appello dell’associazione e come a livello internazionale si sia andati oltre, coinvolgendo anche dei premi Nobel. Ora Greenpeace punta a sensibilizzare sostanzialmente due esponenti politici: Emma Bonino e il Premier Enrico Letta.
Intanto, nella conferenza stampa di oggi i genitori di Cristian D’Alessandro hanno rivelato nuovi dettagli sulla vicenda. A parte la conferma della mancanza di precedenti su casi valutabili come simili a quello attuale, la madre di Cristian, Raffaella, ha spiegato che Cristian è un ragazzo forte nel fisico e psicologicamente, ma che
la condizione del carcere di Munmarsk può piegare qualunque tempra e io temo proprio per lo stato di salute. Abbiamo già pensato di andare poi ci sono delle condizioni avverse che ci hanno fatto desistere e vogliamo essere sicuri di essere utili quando lo andremo a vedere e forse possiamo fare molto più da qui che non essere li senza risultato.
Aggiungendo che Cristian ha informato i genitori della non necessarietà di una loro presenza in Russia. Come ha spiegato inoltre il padre di Cristian, sebbene egli sia fornito di scheda telefonica “per una serie di motivi” non sono ancora riusciti a ottenere il contatto.
Cristian D’Alessandro è ora in una struttura detentiva ai limiti della Siberia, il 24 novembre scade la carcerazione detentiva, e adesso ci si batte per la libertà su cauzione: ciò potrebbe portare Cristian ad affrontare il processo da una prospettiva diversa.
Per il momento, dopo la conferenza stampa, non possiamo che attendere risposta dagli appelli a Letta e a Emma Bonino.
Photo credits | Greenpeace Finland su Flickr
Lucretia 1 Marzo 2017 il 1:34 am
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