“I tesori sommersi del Canale di Sicilia” sono il frutto di una spedizione scientifica che Greenpeace ha realizzato assieme all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel Canale di Sicilia per monitorare e filmare la ricchezza e la biodiversità dei banchi d’alto mare. Con telecamera ROV sono stati esplorati in Banco Avventura e il Banco di Graham ed il risultato è stato la scoperta di “un universo sottomarino straordinario”, un universo seriamente minacciato dalle trivelle.
A bordo della nave Asprea i volontari dell’associazione ambientalista e gli esperti dell’Ispra hanno filmato un “arcobaleno in fondo al mare” tra coralli molli, pesci San Pietro, anemoni di mare, ma anche spugne a candelabro e calice di grandi dimensioni e stelle marine, gorgonie rosse, laminarie, ma anche aragoste…”una biodiversità incredibile” ha affermato Giorgia Monti, la reponsabile della campagna Mare Greenpeace. Una ricchezza che sarebbe seriamente messa a rischio dalle trivelle e dal potenziale sversamento in mare di petrolio ed idrocarburi. Come si legge nel rapporto seguito alla spedizione scientifica
Il Mediterraneo è un mare che già soffre di una cronica contaminazione da idrocarburi, causata in primo luogo dalla frequenza di transiti di petroliere e di altri trasporti che inevitabilmente provocano uno sversamento. Più che aumentare i rischi d’inquinamento con lo sviluppo di pericolosi progetti di perforazione offshore, servirebbero immediate e lungimiranti misure di protezione.
Greenpeace stila un elenco di azioni volte a proteggere e preservare il Canale di Sicilia dall’inquinamento, chiedendo il supporto dei cittadini affinché sostangano una “road map” divisa in quattro fasi:
- blocco immediato di ogni processo di autorizzazione per progetti di ricerca e perforazione off-shore, che mettono a serio rischio la biodiversità e le attività economiche del Canale di Sicilia;
- definizione dei Siti di Interesse Comunitario ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE per la tutela e la conservazione delle acque territoriali del Canale di Sicilia;
- istituzione rapida di una Zona di Protezione Ecologia, sull’esempio di quelle istituite nel mar Ligure e nel Tirreno, che permetta di applicare le norme dell’ordinamento italiano per le aree protette;
- sviluppo di misure di prevenzione, monitoraggio, controllo e repressione dell’inquinamento marino.