Altro che alta moda. Alto inquinamento! E’ quanto denuncia oggi Greenpeace nel suo rapporto Toxic Threads – The Fashion Big Stich-Up, in cui analizza alcune delle principali case di moda mondiali, e dalla cui analisi in pochi ne escono puliti. Secondo l’associazione ambientalista molte case utilizzano per i propri abiti delle sostanze tossiche che fanno male alla salute umana.
Sono state analizzate Benetton, Jack & Jones, Only, Vero Moda, Blažek, C & A, Diesel, Esprit, Gap, Armani, H & M, Zara, Levi, Victoria’s Secret, Mango, Marks & Spencer, Metersbonwe, Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Vancl, e tra queste quella che ha mostrato le performance peggiori è stata Zara i cui capi analizzati hanno palesato tutti la presenza di nonilfenoloetossilati, ftalati tossici o ammina, componenti altamente cancerogeni. Male anche Calvin Klein, Levi’s e Li Ning non ne sono usciti bene.
Per la maggior parte si è trattato di sostanze chimiche che possono provocare il cancro, ma sono state rilevate anche altre sostanze in grado di modificare il sistema endocrino umano, e soprattutto sostanze inquinanti. La lavorazione e lo smaltimento di questi capi comporta la contaminazione di terreni e corsi d’acqua in tutto il mondo, ed anche i lavaggi domestici mettono a rischio le persone che li effettuano a mano. La situazione peggiore è quella dei capi realizzati in Cina ed in altri Paesi in via di sviluppo dove si sa che le leggi sono molto più permissive.
Vendendo prodotti contaminati da sostanze chimiche pericolose le marche più famose del fashion ci stanno trasformando in vittime inconsapevoli della moda che inquina
ha spiegato Li Yifang il responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Asia orientale, in occasione della sfilata-protesta di Greenpeace che si è tenuta ieri a Pechino.
In circa due terzi dei 141 campioni sono stati rilevati nonilfenoli etossilati. In alcuni vestiti sono stati rinvenuti anche ftalati o coloranti contenenti ammine cancerogene. [I marchi sotto accusa] sono attori importanti dell’industria della moda, con la sola Zara che produce 850 milioni di capi di vestiario ogni anno. Si può immaginare l’entità dell’impronta tossica lasciata sul Pianeta, soprattutto in alcuni Paesi in via di sviluppo come la Cina dove molti di questi prodotti vengono realizzati
ha concluso la sua denuncia l’associazione che ha chiesto, come peraltro fa dall’anno scorso, di abbandonare queste pratiche terribili e realizzare capi più puliti.
Photo | Facebook
kakkan nagar police station tirunelveli 4 Giugno 2016 il 12:14 pm
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