Il nome Termini Imerese è strettamente legato alla Fiat. Qui una delle fabbriche della società torinese ha dato lavoro a mezzo paese per oltre trent’anni, fino a che non ha chiuso. Dal novembre scorso infatti il piccolo paesino in provincia di Palermo ha rischiato il collasso, e nell’attesa che le fantomatiche aziende rilevino la fabbrica e riassumano centinaia di operai, c’è qualcuno che si è dato da fare avviando un’attività improntata alla tutela ambientale.
Si tratta di una sorta di “riforestazione” del Mar Mediterraneo, ed in particolare della zona antistante l’area di Termini Imerese. L’idea è venuta a Fabio Montagnino, amministratore unico di Idea, azienda che in collaborazione con l’Università di Palermo ha realizzato un tutore in bioplastica per aiutare lo sviluppo dell’ecosistema marino. In breve, si tratta di un sistema che aiuta la piantumazione della Posidonia oceanica, pianta marina che nonostante copra appena il 2-4% della superficie del bacino, fornisce protezione al 20% delle specie.
Tutelarla e farla sviluppare significa promuovere la biodiversità, fare in modo che le specie marine possano proliferare, con beneficio di tutti. Inoltre la Posidonia favorisce anche le attività umane perché fornisce un sistema di protezione contro il moto ondoso che ostacola l’erosione della costa. Come se non bastasse funge anche da “spazzino” perché assorbe o nasconde l‘inquinamento marino, facendo risultare sempre limpida l’acqua.
Ma come fanno? Il tutore non è altro che una sorta di “stampella” in Mater-Bi (un tipo di bioplastica che si biodegrada anni dopo che ha ultimato il suo lavoro) che favorisce la crescita della pianta come fa una griglia muraria per le rampicanti. Purtroppo i primi tentativi sono falliti perché la pesca a strascico, vietata ma comunque praticata, ha distrutto alcune di queste strutture. Ma nei prossimi mesi verranno fatti altri tentativi. Certo, non sarà la Fiat e non darà lavoro a migliaia di persone, ma attività del genere sono proprio quello che ci vuole per formare nuovi posti di lavoro nel rispetto dell’ambiente.
[Fonte: Corriere della Sera]
Photo Credits | Thinkstock
Scarlett 1 Marzo 2017 il 2:20 am
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