Green Economy al centro di uno studio estremamente interessante realizzato da Ispo su commissione di VedoGreen. Secondo il 98% degli esperti e degli opinion leader intervistati, la Green Economy dà l’opportunità al paese di essere più competitivo e (secondo il 97% degli interpellati) è in grado di rilanciare in maniera importante l‘occupazione, creando nuove figure professionali. Quelle del futuro.
La Green Economy è una delle chiavi del futuro. Nozione che per molti è data per scontata, ma i risultati di un’indagine sugli opinion leader riesce a rendere l’idea dell’importanza del nuovo settore in termini chiarissimi. Nono solo è un’opportunità per rilanciare l’economia e per creare nuova occupazione, due questioni più che cruciali, vitali per l’Italia di oggi e del futuro, ma anche in grado di attirare importanti investimenti esteri (secondo l’83% degli intervistati).
Va da sé che gli opinion leader che hanno risposto all’indagine realizzata dall’Ispo per VedoGreen, non hanno dimenticato che dalla Green Economy, dallo sviluppo sostenibile insito nella filosofia e nella pratica del nuovo settore, si otterrebbero indiscutibili vantaggi in termini di tutela della salute e di riduzione dell’inquinamento (96% degli intervistati). Maggiormente divisi gli esperti in merito al fatto che il green rappresenti una reale crescita di interesse verso le tematiche ambientali (il 61%).
L’AD di VedoGreen, Anna Lambiase, ha commentato come segue il risultato dell’indagine, ricordando che la Green Economy
rappresenta il settore trainante della ripresa italiana secondo solo al ‘turismo’. Il giudizio positivo sulle potenzialità del settore è condiviso dall’opinione pubblica: gli italiani evidenziano l’importanza di investire in un settore che consenta di ridurre le conseguenze dell’inquinamento (96%), di rilanciare il sistema produttivo (82%) e di creare e difendere i posti di lavoro (80%).
Insomma si direbbe che siamo quasi tutti d’accordo sulla Green Economy. È il futuro. Porta innumerevoli vantaggi e possibilità. La direzione è questa. Una direzione che mal si concilia, per fare un esempio, con la deriva petrolifera imposta dal Governo Monti e non ostracizzata da quello Letta.
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