Cosa farebbe qualsiasi politico del mondo per poter creare 6 milioni di posti di lavoro nel suo Paese in meno di 10 anni? Probabilmente venderebbe l’anima al diavolo. Per fortuna non ce n’è bisogno: basta puntare sulla green economy. E’ quanto deriva da uno studio, presentato ieri a Doha, in Qatar, dove si sta svolgendo la Conferenza sul Clima COP18, in cui si dimostra come sia possibile associare alla tutela dell’ambiente lo sviluppo lavorativo.
Mentre in Italia continuiamo a discutere se tenere aperta o no l’Ilva che ci costringe a scegliere tra ambiente e lavoro, il Potsdam Institute ha mostrato come nell’Europa a 27 finora si sono raggiunti risultati esaltanti su entrambi i fronti. Complessivamente dal 1990 al 2011 il Pil, tanto caro ai politici, è aumentato del 48%, ma le emissioni di gas serra si sono ridotte del 17,5% (e quest’anno raggiungeranno la fatidica soglia del 20%). Ciò significa che non è vero che difendere l’ambiente significa impoverirci, o viceversa lavorare significa inquinare. Basta creare ricchezza con tecnologie low carbon o in attività che riducono le emissioni.
L’esempio più lampante di questa strategia deriva dal confronto Italia-Germania. In Italia, si sa, le menti vengono formate ma poi scappano in Germania dove si investe in ricerca, e dove infatti si punta proprio sulle nuove tecnologie a basso impatto ambientale. La conseguenza è stata che in questi ultimi vent’anni il Pil italiano è cresciuto del 24%, quello tedesco del 35%, mentre le emissioni in Italia si sono ridotte del 5,6%, mentre in Germania del 26,2%.
A conclusione dello studio i ricercatori hanno dimostrato, tramite le loro proiezioni, che se l’Europa, come qualcuno ha proposto, puntasse alla riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020, si potrebbero creare almeno 6 milioni di posti di lavoro proprio in quei settori che finora hanno reso bene su entrambi i fronti. Questa non è una novità a dire il vero, ma purtroppo i nostri politici non la conoscevano ancora. O facevano finta di non conoscerla.
[Fonte: Repubblica]
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Abbey 1 Marzo 2017 il 3:15 am
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