Dal punto di vista della credibilità internazionale e dello spread il Governo Monti è stata una panacea dopo tre anni di Governo Berlusconi in cui tutto il mondo ci rideva dietro. Ma dal punto di vista dell’ambiente? Secondo il WWF ed altre associazioni (opinioni peraltro condivise anche da chi scrive), non è che abbia fatto meglio. Si è semplicemente limitato a fare “meno peggio”.
Di buono infatti c’è che perlomeno non nega l’esistenza dei cambiamenti climatici e non vuol costruire ecomostri come il Ponte sullo Stretto. Per forza di cose non ha potuto nemmeno nominare l’energia nucleare, ed ha almeno nominato di tanto in tanto le parole “sostenibilità” e “green economy”. Di questo gli va dato atto, ma poi all’atto pratico? Tutta un’altra storia.
Come contesta oggi il WWF, il Governo tecnico deve assumersi la responsabilità di aver tagliato fino ad un terzo i sussidi alle rinnovabili (da 1,6 miliardi a 450 milioni), e gli aspetti ambientali all’ultimo posto erano nella lista delle priorità di Berlusconi e lì sono rimasti anche con Monti. D’accordo con l’associazione ambientalista c’è anche l’on. Francesco Ferrante del PD che fa da sempre dell’ambiente il suo cavallo di battaglia:
Troppi gli aspetti negativi: dai decreti sulle rinnovabili elettriche, che di fatto le hanno affossate, a quello sulle rinnovabili termiche che doveva essere emanato a settembre dello scorso anno e che ancora non si è visto, alla mancata stabilizzazione dello sconto fiscale del 55% per le ristrutturazioni edilizie con risparmio energetico. Il tutto condito con balzane idee sulla liberalizzazione delle trivellazioni. Certo se dovessimo paragonarlo con il governo precedente persino Passera ne uscirebbe bene. Ma è troppo facile far meglio di chi voleva regalarci il nucleare.
Per Greenpeace, in sostanza, si è passati dal negazionismo e antiambientalismo di Berlusconi ad un Governo che ammette che c’è un problema, ma che non fa nulla, o fa troppo poco, per risolverlo.
[Fonte: Repubblica]
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