Per chi avesse ancora qualche dubbio sull’esistenza del riscaldamento globale, ecco una (ulteriore) prova: il mese di giugno appena trascorso è stato il più caldo della storia. Mai, da quando sono iniziate le registrazioni atmosferiche (più di un secolo fa), si era registrato un mese di giugno con temperature così elevate, e non di poco. Stiamo parlando di 1,07 gradi Celsius più della media. Il tutto aggravato dal fatto che questo mese così afoso ha seguito il secondo maggio più caldo di tutti i tempi.
A certificarlo sono i dati del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) che sta monitorando l’andamento delle temperature dal lontano 1880 e sta di fatto certificando che il riscaldamento globale è ormai una realtà. Le prime conseguenze c’è chi le sta già pagando come gli Stati Uniti ad esempio, i quali quest’anno stanno sperimentando il periodo di più forte siccità degli ultimi cinquant’anni.
Secondo Coldiretti se volessimo considerare solo l’Italia, il mese appena trascorso sarebbe stato il terzo giugno più caldo degli ultimi 210 anni, ma con una temperatura ancora superiore alla media, di circa 2,57 gradi, ed il quarto più secco, con il 71% di precipitazioni in meno. Una situazione che va sempre peggiorando visto che la prima parte dell’attuale mese ha fatto registrare numeri ancora più preoccupanti.
Ma cosa comporta tutto questo? A livello personale poco, siamo abituati al caldo afoso estivo e quasi non ce ne accorgiamo. Ma sono altri gli effetti che fanno scattare l’allarme. Ad esempio la raccolta dei cereali si riduce per oltre mezzo miliardo di tonnellate, gli incendi aumentano (nei primi 6 mesi dell’anno sono stati il 76% in più in tutto il mondo), e soprattutto le precipitazioni si riducono drasticamente, ben oltre la metà rispetto ad una situazione normale. Ma purtroppo sembra che questa stia diventando la normalità, ed è molto pericolosa.
[Fonte: Corriere della Sera]
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