Immaginate un giornale cartaceo del tutto simile a quelli che da secoli accompagnano la quotidianità di milioni di persone in tutto il mondo. Immaginate di poterlo sfogliare, leggere, condividere con i vostri colleghi come è normale fare. Ed immaginate poi che esaurita la sua funzione informativa questo stesso giornale possa essere letteralmente piantato in giardino o in un vaso dove nel giro di alcuni giorni darà vita ad una nuova pianta con relativa fioritura. Il giornale che si pianta in giardino sembra proprio provenire da uno di quei telefilm fantascientifici degli anni settanta che cercavano di immaginare un futuro familiare ed innovativo al tempo stesso; e invece si tratta di una idea contemporanea che in Giappone è diventata concreta e commercialmente vincente.
Un giornale che si pianta nella terra
Il giornale da piantare in terra per dar vita a nuove piante nasce dalla collaborazione dell’editore del giornale The Mainichi con un gruppo di creativi con l’obiettivo di trasformare un oggetto che nella sua secolare storia è sempre rimasto molto legato alla sua origine. L’idea è quella di realizzare il giornale su una speciale carta riciclata al cui interno sono stati aggiunti semi di una nuova pianta opportunamente selezionati nelle dimensioni ed appiattiti nel processo di pressatura delle fibre. La carta prodotta con questa tecnica si presenta molto simile per caratteristiche alla normale carta riciclata e può quindi essere utilizzata per la stampa di un giornale d’impostazione tradizionale.
Il giornale che si pianta, noto anche con il nome tecnico di ‘Green Newspaper’, arriva quindi ai lettori attraverso i normali canali di distribuzione e può essere consultato in maniera del tutto tradizionale. L’originale struttura con cui è composta la carta entra infatti in gioco solo in un secondo momento quando la funzione informativa del giornale si è ormai esaurita. Il giornale intero o ridotto in pezzi più piccoli può infatti essere piantato in un vaso contenete terra o in giardino; qui con l’azione dell’acqua la carta inizia a dissociarsi liberando i semi contenuti al suo interno. Bastano quindi pochi giorni perché dal processo di macerazione della carta cominci a germogliare una nuova pianta che andrà a rinnovare il ciclo naturale.
Proprio per la particolare destinazione a cui è indirizzato il Green Newspaper non solo fa impiego di carta riciclata ma più in generale è realizzato con sostanze naturali. Anche gli inchiostri utilizzati per la stampa di testi ed immagini sono a base vegetale in modo da essere compatibili con il terreno di semina.
Una nuova forma di allegato
Quotidiani e periodici italiani ci hanno ormai abituati da anni ad arrivare nelle edicole carichi di allegati di ogni genere. L’idea arrivata dal Giappone di un giornale che si pianta fa in un certo senso un ulteriore passo in avanti creando le condizioni per cui l’allegato non è più un accessorio che si abbina al giornale ma ne diventa parte integrate in senso fisico. Un approccio che, come accaduto in terra nipponica, potrebbe piacere ai lettori e dare ossigeno alle vendite.
In particolare l’idea di un giornale che si pianta come una bustina di semi potrebbe essere particolarmente indicata per alcune pubblicazioni specialistiche. Si pensi ad esempio ai periodici che si occupano di ecologia, ambiente, economia circolare o agricoltura. In questi contesti distribuire le informazioni su un supporto completamente riutilizzabile ed in grado di generare nuove piante sposerebbe lo spirito stesso della pubblicazione.
Meno rifiuti e più verde
L’anima ecologica del Green Newspaper produce effetti positivi per l’ambiente che vanno a vantaggio dell’intera collettività. Un giornale che può essere piantato per dar vita a nuove piante contribuisce infatti a ridurre la quantità di rifiuti nelle nostre città. Una volta letto infatti il giornale non viene cestinato ma entra in un nuovo ciclo di vita che contribuisce ad aumentare il verde nelle case, nei giardini e negli orti.
Una soluzione che si rivela vantaggiosa anche rispetto al normale processo di riciclaggio della carta. Nei percorsi di riciclo della carta e del cartone infatti c’è una fase iniziale in cui il materiale deve essere raccolto, operazione che nella maggior parte dei casi prevede l’impiego di veicoli a motore. Ci sono poi le fasi di stoccaggio, sminuzzamento, sbiancamento, riduzione in poltiglia e nuova produzione che portano al prodotto riciclato. Nell’arco di questo percorso è necessario l’impiego di energia e materie prime con un inevitabile -anche se limitato- impatto ambientale.
Un giornale che si pianta in un vaso e fa da concime naturale per la nascita di una nuova pianta permette in un certo senso di effettuare una sorta di ‘riciclaggio della carta a chilometro zero’. Un approccio che -in un contesto completamente diverso- abbiamo visto di recente anche con la Epson PaperLab, macchina destinata a riciclare la carta usata negli uffici.
In un mondo in cui aumenta la consapevolezza dei cittadini attorno ai temi della tutela dell’ambiente, iniziativa come il ‘giornale dall’anima verde’ rappresentano un modo nuovo per dare valore aggiunto anche ai prodotti più tradizionali.
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