I geologi italiani protestano a gran voce contro la penuria di fondi concessi dallo stato. In un periodo in cui l’importanza della geologia torna alla ribalta anche a causa dei tristi avvenimenti del 2012, i geologi si ritrovano costretti a lavorare su una carta geologica dell’Italia vecchia di 30 anni.
La protesta arriva per voce di Silvio Seno, presidente della Federazione Italiana Scienze della Terra, organizzatrice, di recente, di eventi divulgati nell’ambito della Settimana del pianeta Terra. Sono oltre 30 anni che la carta geologica dell’Italia non viene aggiornata: si è solo a metà del lavoro (un lavoro di importanza ovviamente fondamentale). Come ha spiegato Silvio Seno:
La carta geologica è una carta nazionale dello Stato che rileva tutti i tipi di rocce da cui è costituito. La prima edizione fu avviata da Quintino Sella, poco dopo l’unificazione del Regno d’Italia, per concludersi ben 100 anni dopo, negli anni ’60 del secolo scorso. Negli anni ’80 si e’ deciso che serviva una riedizione, ma ad oggi su 400 fogli, ne sono stati aggiornati circa 200, la metà.
Il presidente della Federazione Italiana Scienze della Terra sottolinea inoltre che le difficoltà incontrate nella realizzazione della carta non sono affatto di natura tecnica, in quanto gli studiosi della federazione sarebbero benissimo in grado di realizzare anche una carta in 3D del suolo italiano. Il problema, come accennato sopra, sono ancora una volta i fondi. Come chiarisce Seno
non si va avanti perche’ dagli anni ’80 a oggi lo Stato ha destinato solo 80 milioni di euro, piu’ ci sono i fondi versati da alcune regioni. Per terminare il lavoro servirebbero almeno altri 80 milioni di euro.
Una cifra che permetterebbe al nostro paese, in questo anno disastroso sotto vari punti di vista, di fornirsi di un documento geologico fondamentale, di cui si potrebbe fare buon uso per molti e molti anni a venire.
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