Arriva oggi la notizia ufficiale: il gasdotto Tap si farà e il gas azero raggiungerà l’Europa attraverso Grecia prima e Italia poi, dove approderà a San Foca, nel Salento. Enrico Letta e Manuel Barroso si complimentano a vicenda, ma i salentini non sono affatto contenti.
Il gasdotto Tap, ovvero Trans Adriatic Pipeline, nonostante tutte le proteste del movimento No Tap, si farà. Per Enrico Letta si trattadi una scelta strategica che permetterà non solo all’Italia di ricevere il gas azero, ma anche di fungere da punto di passaggio per altri paesi europei. Lo scenario, quindi, è molto ampio. Si parte dalle acque azere del Mar Caspio, si passa per vari paesi, si approda a San Foca e poi si riparte per il resto d’Italia e dell’Europa.
Giusto ieri vi avevamo parlato delle proteste sempre più dure dei cittadini e degli attivisti No Tap, ma non solo: nella zona del Salento interessata anche i comuni interessati si sono schierati contro l’approdo sulle bellissime coste salentine, in aggiunta alla Regione Puglia e al Ministro del Turismo Bray.
Ma come abbiamo visto, l’impresa di impedire il Tap appare a dir poco difficilissima: il consorzio Shah Deniz con il gasdotto Tap farà arrivare il gas senza passare dalla Russia (questione fondamentale non solo per l’Italia, ma anche per gli altri paesi europei) e per via del tragitto e degli accordi, l’Italia godrà di un ruolo privilegiato nella gestione e distribuzione delle risorse estere.
Si può fare qualcosa davanti a simili, estesissimi progetti? Enrico Letta è apparso molto soddisfatto, così come Josè Manuel Barroso (il Tap costituisce “un successo condiviso per l’Europa) e il premier della Grecia, Antonis Samaras, nonché il commissario europeo per l’energia Gunther Ottinger.
Le speranze per i salentini sono, a nostro giudizio, da riporre più che sul blocco dell’approdo nel punto scelto, nelle modalità con cui questo approdo verrà realizzato. Sperando di mitigarne il forte impatto ambientale.
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