Silvio Garattini, il direttore nonché fondatore dell’Istituto Mario Negri, interviene ancora una volta in difesa della vivisezione, ed è di nuovo polemica. Garattini è noto da sempre come un difensore della pratica della vivisezione, questione che lo ha posto in contrasto negli anni, tanto con gli animalisti italiani ed europei quanto con altri prestigiosi membri della comunità scientifica. Questa volta l’intervento è legato a un sondaggio Ipsos commissionato dal suo stesso istituto e riguardante il parere degli italiani nei confronti della vivisezione.
Silvio Garattini, classe 1928, è un farmacologo piuttosto noto nel panorama italiano, direttore e fondatore dell’Istituto Negri. Da poco Garattini ha reso noti i risultati di un sondaggio commissionato dal suo istituto all’Ipsos, tuttavia le informazioni divulgate non convincono molti. “È una fantasia dire che l’80% della popolazione è contrario alla ricerca sugli animali” ha dichiarato Garattini. Secondo la nuova indagine commissionata dal farmacologo, infatti, il 66% della popolazione risulterebbe contrario, tuttavia una volta spiegato agli intervistati a cosa serve la sperimentazione animale “la situazione si ribalta”. Ma quanto è davvero affidabile una simile rilevazione statistica? Occorre, in effetti, riflettere un attimo su questo sondaggio.
Anzitutto, dopo che gli intervistati sono stati informati riguardo alla sperimentazione animale, sembrano alquanto eccessive le parole, pronunciate dal presidente dell’Ipsos Pagnoncelli, che la situazione si ribalta. Il 49% degli intervistati continua a ritenerla o “poco necessaria” o “per niente necessaria” al progresso della scienza. Quindi la situazione non sembra ribaltarsi più di tanto. Inoltre, come è ovvio, restano pesantissimi dubbi sull’effettiva validità di un simile dato: gli intervistati sono stati informati sulla sperimentazione animale, ma da chi? Quali informazioni sono state passate agli intervistati e quali sono state omesse? Non ci vuole molto a rilevare un possibile (diciamo anche probabile) condizionamento degli intervistati. Questo senza voler credere che i dati di altri sondaggi siano da accettare a occhi chiusi (come il famoso sondaggio che considerava l’86% degli italiani contrario alla vivisezione), sia chiaro. Certo è che se dopo un’informazione che inevitabilmente va a condizionare le risposte degli intervistati ancora il 49% non ritiene la vivisezione necessaria al progresso della scienza, forse dichiarare che gli italiani in realtà sono favorevoli alla vivisezione è un che di largamente discutibile.
La polemica si è naturalmente sviluppata attorno alle dichiarazioni del farmacologo Garattini, per nulla amato dagli animalisti e in contrasto anche con molti esponenti di prestigio della comunità scientifica contrari alle sue posizioni in difesa della vivisezione. Garattini lancia un appello per un dialogo aperto e costruttivo con gli anti-vivisezionisti, ma se la base di questa volontà di dialogo sono un sondaggio di dubbio valore e una sua interpretazione largamente discutibile, forse Garattini, ancora una volta, non sta mettendo le basti per un dibattito veramente costruttivo sulla vivisezione, ma solo le basi per un’altra polemica.
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