Il giorno della conclusione del g8 aquilano, a proposito dei temi che riguardano l’ambiente, si aveva l’impressione che ci si trovasse al giorno precedente l’inizio dei lavori. Rispetto ad una settimana fa infatti, tutto o quasi è rimasto inalterato, non sono stati raggiunti impegni concreti e si è parlato del problema sempre in forma generica e senza entrare nello specifico.
E’ evidente che gli 8 grandi si sono concentrati maggiormente sull’economia, ed in tempo di crisi è anche comprensibile, ma tra i vari annunci, l’unico a far sentire la sua voce in merito alle tematiche ambientali è stato Barack Obama, il quale ha annunciato che gli Stati Uniti prenderanno alcuni provvedimenti importanti, soprattutto in materia di rinnovabili e di taglio delle emissioni, ma anche gli altri devono fare la propria parte. Ma andiamo a vedere cosa è stato deciso sulle tematiche a noi care.
L’unica novità, che per chi si occupa di ecologia tanto novità non è, è stato che si è parlato dei cosiddetti “colletti verdi“, cioè la creazione di posti di lavoro nell’ambito dell’ecologia. Una tematica tutta nuova per chi, come il nostro Presidente del Consiglio, ha considerato l’ambiente come un intralcio allo sviluppo, e non un’opportunità. I grandi della Terra hanno deciso un pacchetto di stimolo fiscale per incentivare i lavori ecologici, per la crescita sostenibile ed un’efficienza energetica basata sulle rinnovabili. La finalità è quella di creare una collaborazione di livello internazionale per velocizzare il processo e abbassare i costi. Tutte cose che anche su queste pagine si chiedono da tempo, ma che solo adesso sono arrivate ai piani alti.
Per il resto, si è ribadito il concetto, già espresso alla vigilia, di ridurre del 50% entro il 2050 le emissioni di CO2, con i Paesi ricchi che, per dare il buon esempio, mireranno a raggiungere addirittura l’80%, una missione impossibile vista com’è la situazione adesso. Sono previsti anche sistemi di finanziamento per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad abbandonare il carbone e a passare a fonti di energia più pulite (a questo punto non si capisce come mai in Italia le centrali a carbone anziché chiudere, continuino ad aprire), con l’obiettivo finale di mantenere a 2 gradi centigradi l’aumento della temperatura globale. Da molte parti si anticipa sin da ora che questo obiettivo non sarà sufficiente, e comunque non sarà raggiungibile visto che i mutamenti climatici stanno accelerando più del previsto, ma già il fatto di avere un limite è qualcosa.
In conclusione si può riassumere che il meeting non è servito praticamente a nulla, almeno dal punto di vista dell’ambiente, ma non ci si poteva aspettare di più da politici che, arrivati all’inizio del g8, non conoscevano nemmeno la metà delle tematiche di cui andavano a parlare. Il fatto che ora ne siano a conoscenza è almeno un inizio.