Si è parlato molto del G8 di Camp David nei giorni scorsi. Si è trattato dell’incontro dei Capi di Stato e di Governo degli otto Paesi più industrializzati del mondo per discutere principalmente di economia e di come fare per uscire dalla crisi. Ma tra le varie “ricette” che sono state emanate, si è parlato anche di ambiente. A giugno infatti ci sarà l’incontro di Rio+20, e per questo alcune linee guida sono state tracciate.
Uno dei punti che sono stati messi in chiaro è l’intenzione di mantenere l’innalzamento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi entro il 2020. Anche se è il principio base, è già qualcosa visto che nemmeno su questo erano tutti d’accordo fino a qualche mese fa. Nella dichiarazione d’intenti finale si è stabilito il riconoscimento dell’impatto degli inquinanti sul clima, sulla produttività agricola e sulla salute umana. Per questo bisogna ridurre la CO2 secondo i limiti indicati dall’Unep che parlano del 30% rispetto ai livelli del 1990. Per questo si tenterà nuovamente di ratificare un accordo chiamato Climate and Clean Air Coalition to Reduce Short-lived Climate Pollutants.
L’altro punto su cui si è trovato l’accordo è stato il taglio ed il razionamento del sostegno all’industria dei combustibili fossili, magari spostando gli aiuti verso l’industria pulita. Purtroppo nessuno si aspetta che a Rio si troverà un accordo globale su tutto. La speranza è che si possa fare qualche passo in avanti verso un accordo che potrà essere ratificato nel 2015, anche se per molte associazioni quella data potrebbe essere già troppo tardi.
Dobbiamo fare la nostra parte per limitare efficacemente l’aumento della temperatura globale sotto i 2 ° C rispetto ai livelli pre-industriali.
Questa è stata la dichiarazione ufficiale uscita alla fine del G8 che vuol dir tutto e niente. I politici che l’hanno redatta sono quasi tutti gli stessi che negli ultimi incontri di Cancun e Copenhagen hanno deciso di non decidere, speriamo abbiano cambiato idea.
[Fonte e foto: Treehugger]