Sicurezza nucleare, più che mai acceso il dibattito internazionale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno svelato le falle della centrale di Fukushima, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che hanno colpito il Giappone tre settimane fa.
Se la Russia va avanti tutta con il programma nucleare ma apre agli stress test coinvolgendo gli USA, sul fronte opposto si pone la Merkel che sull’atomo ha cambiato radicalmente idea e vuole un’inversione di rotta per il suo Paese che punti tutto sulle rinnovabili.
Oggi, durante la visita in Giappone, è intervenuto in merito alla sicurezza delle centrali nucleari Nicolas Sarkozy che pure qualche giorno fa aveva affermato di non voler illudere i cittadini francesi sulla dismissione delle centrali, un’ipotesi reputata assurda dal momento che il Paese ne ha al momento assoluto bisogno per l’approvvigionamento energetico. Ciononostante, Sarkozy preme per un focus sulla sicurezza, offrendosi di ospitare un incontro del G20 a maggio con la mission di fissare nuovi standard industriali globali alla luce del disastro nucleare occorso in Giappone.
Sempre sulla sicurezza del nucleare si è espresso oggi il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nell’ambito di un discorso alla Georgetown University di Washington, sottolineando che l’America deve ridurre la dipendenza dal petrolio e per farlo non si può demonizzare l’atomo, anche se c’è bisogno di maggiori garanzie per l’incolumità ambientale e per la salute pubblica. Attualmente l’elettricità degli USA proviene per un 1/5 dall’atomo.
E’ importante riconoscere che l’energia nucleare non emette anidride carbonica nell’atmosfera, ha dichiarato Obama. Chi di noi è concentrato sui cambiamenti climatici sa che l’energia nucleare, se è sicura, può dare un contributo significativo alla questione dei cambiamenti climatici. E io sono determinato ad assicurare che l’energia nucleare sia sicura. E’ per questo che ho richiesto alla Nuclear Regulatory Commission un’ampia revisione sulla sicurezza degli impianti esistenti: uniremo queste conclusioni alle lezioni imparate dal Giappone per costruire la prossima generazione di impianti nucleari.
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